Politica
19 Ottobre 2018
L'associazione annuncia una manifestazione davanti al Ministero delle Finanze e una assemblea pubblica a Ferrara

Rimborsi agli azzerati dimezzati nel testo a Bruxelles: Federconsumatori non si fida

di Ruggero Veronese | 4 min

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Federconsumatori Ferrara vuole vederci chiaro sul fondo da 1,5 miliardi per i rimborsi ai risparmiatori delle banche azzerate, che rischia di diventare una vera e propria telenovela.

Ttra promesse, annunci, ritardi e smentite, il governo non ha ancora formalizzato e ufficializzato gli impegni assunti fin dall’insediamento del premier Conte.

Il 5 ottobre scorso i sottosegretari al ministero dell’economia Bitonci e Villarosa avevano assicurato alle delegazioni dei risparmiatori il varo entro dieci giorni di un decreto alla legge di bilancio, che avrebbe istituito un fondo ad hoc da 1,5 miliardi.

Ad oggi non c’è ancora traccia del decreto o del fondo, ma in compenso da Bruxelles suona un nuovo campanello d’allarme: nel Documento Programmatico di Bilancio inviato dal governo italiano per l’approvazione, le risorse messe in campo per i risparmiatori sono solo la metà: solo 50 milioni per il 2019 e altri 720 milioni per il biennio successivo.

Una questione sollevata dall’Huffington Post che mette nuovamente in dubbio gli impegni del governo. Che fine hanno fatto i 730 milioni mancanti, e quando verranno realmente stanziati? Sul tema intervengono direttamente i due sottosegretari Bitonci e Villarosa, ribadendo che “le risorse stanziate sul fondo ammontano a 525 milioni di euro annui per il triennio 2010-21”, aggiungendo che “le tabelle riportate nel Dpb indicano invece gli effetti delle previste erogazioni di cassa (tenuto conto dei tempi tecnici per l’istruttoria delle richieste e il completamento delle procedure), aggiuntive rispetto a quanto già incluso nei tendenziali della nota di aggiornamento al Def (200 milioni annui)”. I sottosegretari concludono annunciando che “il vero stanziamento si vedrà nel Dlb (Disegno di Legge di Bilancio, ndr) appena verrà presentato in Parlamento”.

Insomma: secondo Bitonci e Villarosa dal documento inviato a Bruxelles traspaiono solo le variazioni di spesa, e per questo le cifre riportate sono inferiori a quanto promesso ai risparmiatori. Ma arrivati a questo punto – tra annunci, smentite, ritardi e tensioni interne al governo – è davvero difficile prevedere quello che effettivamente accadrà.

Già a fine settembre Di Maio parlava degli 1,5 miliardi come di risorse già stanziate e i sottosegretari avevano promesso un decreto ad hoc entro il 15 ottobre: annunci già smentiti dai fatti. Allo stato attuale insomma siamo ancora nella fase degli impegni verbali o in forma di post sui social network; ogni valutazione si fa quindi meramente soggettiva.

Chi ha intenzione di vederci chiaro e di avere risposte nero su bianco è la Federconsumatori di Ferrara, che attraverso il suo presidente Roberto Zapparoli ha annunciato azioni a tutto campo affinché il governo rispetti gli impegni: da una manifestazione sotto al Ministero delle Finanze (ancora da definire) a un’assemblea il 27 ottobre a Ferrara (in zona Rivana) per discutere insieme ai risparmiatori della situazione attuale. “In questi giorni stiamo subendo un bombardamento di telefonate da parte di risparmiatori – afferma il presidente Roberto Zapparoli -, ai quali erano state create una serie di aspettative, e che ora meritano chiarezza”.

Zapparoli lamenta in particolare la situazione di incertezza in cui versano i risparmiatori, anche per quanto riguarda l’iter giudiziario da avviare, come dimostra l’importanza assunta negli ultimi mesi dall’Arbitro per le Controversie Finanziarie (Acf), decisivo per ottenere una quota di rimborso entro il 2018.

“Fu una soluzione pessima – afferma il presidente di Federconsmatori -, perchè nessuno prima di questo autunno poteva sapere l’importanza che avrebbe giocato quello strumento. E, guarda caso, quasi tutti quelli che hanno praticato quella strada risiedono in Veneto, terra di origine del sottosegretario (il leghista Bitonci, ndr)”.

Altro punto critico dei ricorsi all’Acf è secondo i rappresentanti di Federconsumatori la “arbitrarietà dei collegi arbitrali, in particolare per quanto riguarda la quantificazione dei rimborsi“. Una soluzione migliore e in grado di dare più certezze sarebbe per Zapparoli quella di affidarsi alle vie giudiziarie tradizionali, come i processi che si sono aperti in vari tribunali italiani (a Ferrara per quanto riguarda Carife): “Si stanno completando le indagini preliminari sul versante della bancarotte, che darà la possibilità di procedere anche a chi è stato coinvolto in momenti diversi dall’aumento di capitale del 2011. Stiamo affrontando queste questioni dal 2010, quando i risparmiatori iniziarono a contattarci perchè non riuscivano a vendere le azioni”.

Il giudizio di un tribunale resta insomma per Federconsumatori la strada giuridicamente più sicura per avere risposte sul passato e ottenere i propri risparmi, e non a caso Zapparoli chiude con una ‘frecciata’ agli azzerati che in queste settimane si sono avvicinati all’ex presidente dell’ultimo Cda di Carife, Sergio Lenzi: “Abbiamo notato che sono già in corso assoluzioni extragiudiziarie, ma noi vorremmo aspettare i giudici prima di esprimerci sui 12 imputati. Altrimenti non si capisce come mai le parti civili si sarebbero costituite contro di loro, anche su suggerimento nostro e delle associazioni che seguono la vicenda”.

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