Attualità
18 Ottobre 2018
L'azienda sanitaria: “Non rilevate particolari disfunzioni strutturali e organizzative, né condizioni di pericolo ambientale e/o di sicurezza per il personale e per i pazienti”

Residenza psichiatrica San Bartolo. Ora l’Ausl ridimensiona i problemi denunciati dalla Fials

di Redazione | 5 min

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(foto di Alessandro Castaldi)

Se il dg dell’Ausl, Claudio Vagnini, si era detto “preoccupato” per le condizioni della Residenza psichiatrica San Bartolo, ora l’azienda sanitaria stessa ridimensiona i problemi evidenziati con molta forza dal sindacato Fials.

L’Ausl dichiara infatti che “non sussistono particolari disfunzioni strutturali e organizzative, né si constatano condizioni di pericolo ambientale e/o di sicurezza per il personale e per i pazienti ospitati presso la residenza psichiatrica “Il Convento” San Bartolo di Ferrara”. La Fials, riprendendo le segnalazioni di alcuni dipendenti, parlava invece di una situazione ben diversa, come la presenza di bisce, topo e scorpioni, nonché di problemi all’impianto di condizionamento dell’aria o relativi alla disinfestazione delle zanzare. Sempre la Fials parlava anche di un cambio di fatto della missione della residenza, che sempre più ospiterebbe pazienti “della tipologia di utenti violenti, ex Opg, post Rems”.

“La Residenza il Convento – spiega oggi l’Ausl – ha una mission riabilitativa. Fornisce trattamenti riabilitativi prolungati (6 – 36 mesi) a pazienti affetti da disturbi psichiatrici gravi e persistenti in fase sub-acuta e/o cronica con l’obiettivo di contrastare la disabilità e favorire l’integrazione. La Residenza il Convento è una struttura idonea, per caratteristiche strutturali e competenze tecniche, a svolgere anche una funzione di supporto e ad accompagnare gli ospiti che, pur avendo alle spalle un reato, stanno compiendo un percorso di rientro nel proprio contesto di vita”.

“Si tratta di un impegno di cura a carico dei Dipartimenti di salute mentale delle Aziende sanitarie (Daism-Dp) che è iniziato nel 2012 – prosegue l’Ausl – in seguito alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Legge n. 9 del 17 febbraio 2012) e si è progressivamente sviluppato dal 2013 al 2015. L’integrazione con questa tipologia di utenti non ha portato ad un aumento di episodi di aggressività etero diretta nei confronti di ospiti od operatori. I pochi episodi osservati non sono stati agiti da ospiti autori di reato. È pur vero che molti pazienti Daism-Dp in carico agiscono atti autolesionistici determinati dalle caratteristiche psicopatologiche dei disturbi di personalità di cui sono affetti, ma che, seppur in aumento in generale nella popolazione, sono parte integrante dell’utenza dei servizi psichiatrici territoriali ed ospedalieri e il personale è qualificato per contenere ed affrontare le situazioni. Il personale è a conoscenza di quanto contenuto nella procedura sul rischio auto/etero lesivo, procedura che formalizza modi e metodi per affrontare le situazioni conflittuali e che è attualmente in corso di revisione e che vale per tutte le strutture dell’Azienda Usl”.

L’azienda risponde anche sui rilievi in merito alla dotazione organica, affermando che “è adeguata alla erogazione delle prestazioni prestabilite ed è tale da mantenere la vocazione riabilitativa originaria della struttura e dei servizi in essa ospitati. Il Daism-Dp, come tutti i dipartimenti aziendali, organizza eventi di formazione professionale ogni anno per i propri operatori, sulla base del fabbisogno rilevato e manifestato. Non corrisponde, pertanto, al vero che i professionisti non siano in possesso delle competenze e delle conoscenze idonee e sufficienti ad affrontare il lavoro e le situazioni quotidiane. In particolare, si segnala che oltre a formazione più prettamente di natura clinica, è in corso un evento organizzato con la Medicina Legale per gli aspetti di pertinenza di questo specifico ambito lavorativo’.

L’Ausl prende poi in considerazione i rilievi forse più appariscenti mossi dalla Fials, ovvero le precarie condizioni igienico sanitarie. “Come ogni altro immobile/struttura dell’Azienda Ausl -è la replica – è oggetto di interventi di pulizia, sanificazione, derattizzazione, trattamenti antilarvali per zanzare, secondo un calendario concordato previsto nel contratto della gara d’appalto con le ditte specifiche. Si trattano situazioni non eliminabili in modo definitivo per le quali è opportuna una costante azione di vigilanza e trattamento. A fronte di criticità impreviste, gli operatori possono attivare trattamenti supplementari che vengono effettuati in urgenza”.

Ed è qui che l’Ausl capovolge in qualche modo la frittata: “Stupisce – afferma l’azienda sanitaria – come mai, alcuni dipendenti abbiamo lamentato situazioni di insetti o animali non presidiate e non affrontate adeguatamente parlandone con una sigla sindacale, ma parimenti, se realmente esistenti o verificatesi, non abbiano attivato le procedure previste per il loro trattamento. A questo proposito si fa presente che è in corso una valutazione del corretto comportamento dei dipendenti, per verificare che ognuno abbia effettivamente svolto le proprie funzioni di segnalazione e presidio dell’ambiente di lavoro”.

Rimane che “dal punto di vista strutturale, il fatto che si tratti di un ex convento quattrocentesco rappresenta effettivamente un limite rigido all’utilizzo degli spazi, ma finora ha permesso l’erogazione della cura e della riabilitazione in modo adeguato, facendo fronte di volta in volta alle esigenze di manutenzione ordinaria previste e possibili. Il crollo che ha interessato un edificio a fianco della chiesa, non ha coinvolto alcuno spazio adibito ad assistenza. Lo spazio è stato delimitato e ne è stato interdetto l’accesso. Chiesa e campanile sono oggetto di richiesta di finanziamento straordinario da parte del Ministero dei beni culturali ai fini della preservazione storica e non per l’assistenza. La bellezza della struttura storica destinata alla funzione di residenza psichiatrica, la collocazione in area extraurbana immersa nel verde, dovrebbero essere considerati elementi positivi aggiuntivi al trattamento sanitario strettamente considerato. I limiti strutturali finora hanno rappresentato un elemento superato e superabile dall’organizzazione interna e così si proseguirà – conclude l’Ausl – pur nella consapevolezza della opportunità di ricollocazione”.

Rimane perplessa dal tenore della lettera la segretaria della Fials, Milena Boschetti, che chiede “controlli, analisi ed indagini interne ed esterne, per valutare eventuali comportamenti omissivi
e responsabilità”.

Il sindacato chiede inoltre di essere informato “sugli sviluppi dell’ indagine, ma, anche sul cronoprogramma degli interventi necessari per il benessere degli ospiti, per il benessere organizzativo, per il clima nei rapporti di lavoro ed il microclima nei locali della struttura”.

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