Attualità
16 Ottobre 2018
Oggi la posa della prima pietra del centro umanitario voluto dal prof Roberto Ferrari

Cardiologia pediatrica da Ferrara al Marocco

di Redazione | 3 min

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Roberto Ferrari, direttore della Cardiologia

Martedì alle 11 presso l’Ospedale Universitario Chu Ibn Rochd di Casablanca la posa della prima pietra per quello che sarà un centro umanitario di Cardiologia Pediatrica, il tutto voluto e realizzato dal cardiologo ferrarese Roberto Ferrari, direttore di Cardiologia dell’Ospedale S. Anna di Cona e fondatore, assieme alla moglie  Claudia Florio, di European Heart for Children, la fondazione umanitaria di diritto francese stabilita sotto l’egida della Società europea di cardiologia nel 2009 quando il professore ne era presidente.

“Per me è la soddisfazione più grande – dice il prof. Ferrari  – vedere, dopo soli 10 anni, la realizzazione di quella che potrebbe essere la soluzione definitiva per bambini con cardiopatie congenite nati in Marocco e nelle zone limitrofe del Magreb. Attualmente la mortalità per malattie cardiopatiche congenite in Marocco è del 36%, ogni anno nascono almeno 5.000 bambini con queste anomalie e la maggior parte potrebbe essere salvata se curata appropriatamente. Purtroppo al momento solo due centri possono privatamente (con un costo proibitivo) eseguire qualche semplice intervento. È stato un percorso lungo e difficile. Abbiamo dovuto convincere un ospedale pubblico Cgu Ibn Rochd a concederci il terreno per la costruzione di una unità operativa di 3 piani con 2 sale chirurgiche e una di emodinamica che potesse accogliere e curare gratuitamente circa 700 bambini l’anno l’ospedale si farà carico di offrire questi trattamenti gratuitamente, non è poco. Tutto questo è stato possibile anche grazie alla Cardiologia di Ferrara e a i mie collaboratori che hanno in varie forme partecipato al progetto rinunciando e donando i proventi di una serie innumerevole di corsi e congressi per l’appunto fatti a Ferrara”.

“La Cardiologia non deve solo curare un cuore, ma deve avere un cuore per chi è meno fortunato di noi e a Ferrara questo cuore c’è e batte molto forte”, continua Ferrari.

Se il progetto del Marocco è il più rilevante, European Heart for Children non ha trascurato altre iniziative. Ha finanziato 27 missioni dove sono stati esaminati oltre 3200 bambini e 300 operati. Ha contribuito alla realizzazione di un centro ad Aswan in Egitto e ha elargito numerose borse di studio per la formazione di cardiologi pediatrici. Domani si pone la prima pietra per quello che sarà il più importante centro del Magreb tra 2 anni.

“Se si vede un bimbo che sta affogando in un lago, nessuno esiterebbe a gettarsi nel lago per salvarlo anche se si rovina un vestito e le scarpe nuove, il tutto per un valore circa di 1500 euro – spiega il professore -. Ecco European Heart for Children con 1500 euro può salvare un bimbo con una operazione di cardiochirurugia e il suo follow up. Molti non sanno che milioni di bambini stanno già affogando nel lago della miseria. Questa semplice analogia mi ha permesso di recuperare i fondi necessari per quello che facciamo. Dobbiamo anche ringraziare la Società europea di cardiologia ed immensamente il prof. Alessandro Frigiola che con Bambini cardiopatici nel mondo è un pioniere in questo campo e con cui collaboriamo al progetto Marocco”.

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