Attualità
12 Ottobre 2018
Insignita in Municipio la scienziata russa accompagnata da una lavoratrice sopravvissuta al disastro di Chernobyl

Ha lottato per il disarmo nucleare, Premio per la pace a Natalia Manzurova

di Redazione | 2 min

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A Natalia Manzurova va il dodicesimo Premio Daniele Po, rivolto a quelle donne che lottano in prima linea per la difesa dei diritti umani, per la democrazia e per la pace.

La cerimonia ha avuto luogo nella prestigiosa Sala degli Arazzi alla presenza del vice-sindaco e assessore alle Politiche per la pace Massimo Maisto e di Nedda Alberghini Po, fondatrice e presidente dell’associazione Le case degli angeli di Daniele. Manzurova si è distinta come ricercatrice nucleare e da anni si batte per studiare e far conoscere alle persone le conseguenze che le radiazioni atomiche hanno sulla salute delle persone e dell’ambiente.

Nel 1986 era a Chernobyl e lì rimase per circa cinque anni per bonificare i territori colpiti dalle radiazioni in seguito all’esplosione del reattore 4 della centrale nucleare. “Dopo Chernobyl sembrava che tutto fosse stato analizzato e detto, ma l’incidente alla centrale di Fukushima del 2011 ci ha fatto capire che non tutto dipende da noi e che dobbiamo anche studiare il contesto in cui operiamo e costruiamo centrali”. Obiettivo di Manzurova non è solo lo studio dell’impatto su ambiente e popolazione, ma anche far conoscere “alle giovani e ai giovani il lavoro che è stato fatto e insegnare loro come comportarsi in caso di incidenti nucleari”.

Giovani che sono stati al centro di questa cerimonia di premiazione: Nedda Alberghini Po li ha definiti “Il nostro miglior investimento”. Ha voluto altresì sottolineare come la popolazione studentesca, che ha seguito con grande interesse le visite nelle scuole ferraresi della scienziata, possa partecipare al cambiamento del mondo nel quale vive, rivolgendo un accorato appello: “Non delegate gli altri, fatevi domande, organizzatevi e provate a cambiare le cose”.

Ha poi rivolto parole di stima verso Natalia Manzurova, sottolineandone l’umiltà e generosità nonché il grande impegno civile.

Di particolare rilevanza è stata anche la testimonianza di una lavoratrice sopravvissuta al disastro di Chernobyl, Tatiana Stupina, oggi impegnata in una associazione non governativa che si occupa di aiutare le persone divenute o nate sterili in seguito all’esposizione alle radiazioni. Stupina ha voluto ricordare l’assoluta mancanza di dispositivi di protezione personale e di informazione rispetto a ciò stava succedendo e delle malattie che sarebbero insorte con le radiazioni: ustioni, mutazioni fetali, insorgenza di tumori e sterilità, appunto.

“Ferrara, città per la pace, ha un occhio internazionale e guarda quello che succede nel mondo” le parole di Maisto, che ha altresì voluto ricordare le altre donne insignite del premio e le battaglie da loro condotte.

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