Comacchio
25 Settembre 2018
Le associazioni ambientaliste annunciano al sindaco di Comacchio di voler disertare l'assemblea con la ditta Sacmi

Ex Cercom: “Non parteciperemo a incontri tecnici, abbandonare il progetto”

di Redazione | 3 min

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Comacchio. Le associazioni ambientaliste esprimono ancor una volta la loro contrarietà al progetto di insediamento di una fabbrica per la produzione di polveri per l’industria ceramica all’ex Cercom, e lo fanno inviando una lettera al sindaco di Comacchio, Marco Fabbri (che è anche presidente del Parco Regionale del Delta del Po) e per conoscenza all’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo.

Una lettera che arriva sul tavolo del sindaco alla vigilia dell’incontro fissato per il 26 settembre con i tecnici della ditta Sacmi sul progetto di ampliamento dello stabilimento “ex-Cercom” e alla relativa variante al Piano Territoriale del Parco Delta Po. Nella missiva – firmata dai rappresentanti di Legambiente Emilia Romagna, Wwf Emilia Romagna, Pronatura Emilia Romagna e Lipu Ferrara – viene ribadita “l’indisponibilità a discutere solo di aspetti di dettaglio riguardo a una decisione già presa con il voto favorevole imposto in Consiglio comunale lo scorso maggio”.

“In particolare – spiegano le associazioni ambientaliste – non riteniamo accettabile il cambio di strategia rispetto alla scelte del Piano Territoriale, il palese contrasto con il valore paesaggistico delle aree del Parco che nel tempo sono state riconosciute e tutelate dalla Convenzione di Ramsar, dal sito Unesco “Ferrara e il suo delta del Po”, come Riserva della Biosfera del programma Mab Unesco e dal Sic-Zps “Valli di Comacchio”. L’insediamento di una fabbrica per la produzione di polveri per la industria ceramica, alta 35 metri, con 8 camini fumanti 24 ore al giorno, per tutto l’anno, è una scelta del tutto inadatta al contesto di un parco naturale e nulla ha a che fare con i nuovi valori paesaggistici, con il presente e il futuro di quel territorio. Come se non bastasse, incombe sul Parco, sempre con il sostegno della sua amministrazione anche la trasformazione di ettari ed ettari di terreni oggi liberi in zona costiera, per un’altra variante urbanistica a favore delle realizzazione di inutili villaggi turistici, campeggi, hotel e ulteriori insediamenti residenziali”.

Per gli ambientalisti si tratta di progetti “che dovrebbero semplicemente essere abbandonati, per lasciare spazio invece ad iniziative decise a favore di una riqualificazione e tutela degli ambienti naturali del Delta”. “È per questo – precisano – che non consideriamo di poter partecipare ad incontri con i tecnici dei proponenti, il cui scopo è solo quello di potersi accordare su compensazioni e mitigazioni degli impatti. Il Parco del Delta del Po, merita invece un rinnovato interesse e dibattito sul suo futuro. Dopo la confusa fase che ha portato a cancellare – per il momento – la possibilità di realizzare un Parco Nazionale assieme alla zona veneta, proponendo le creazione di un non ben definito parco “unico”, dopo il cambio di governo nazionale e con l’approssimarsi di importanti elezioni regionali, è tempo di impegnarsi concretamente per un unico progetto basato sul valore naturalistico ed ecologico degli ambienti deltizi”.

La richiesta è invece quella di “abbandonare progetti sbagliati, che rischiano di compromettere il futuro del Delta Po, e di ritrovare il senso profondo di responsabilità nei confronti delle Aree Protette e del paesaggio, promuovendone la discussione attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, a partire dalla Regione Emilia Romagna, dalle Province di Ferrara e Ravenna, e certamente con i sindaci e forze politico-sociali dei comuni coinvolti”.

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