di Simone Pesci
Dalla scuola di Duino frequentata da Giulio Regeni nella sua sede del New Mexico a Roma, passando prima per Fiumicello – e successivamente per tantissime altre città italiane -, luogo di residenza della famiglia del ricercatore, ucciso in Egitto nel gennaio 2016 in circostanze ancora misteriose.
Un giro di mezza Italia in bicicletta, promosso dalla Fiab Monfalcone “Bisiachinbici”, per chiedere verità e giustizia per Giulio. I tre staffettisti, supportati da una quarta persona che li segue in camper, hanno iniziato la loro pedalata il 22 settembre e arriveranno a Roma il 3 ottobre, dopo svariate tappe nelle città che i ciclisti incontreranno sul proprio percorso.
Una ventosa Ferrara ha accolto, nel pomeriggio di lunedì, i quattro friulani i quali hanno incontrato in piazza Municipale l’assessore Simone Merli e le locali associazioni “Fiab Amici della bicicletta” e Amnesty Ferrara.
Un momento frugale, ma non per questo poco importante: “Quello che è successo a Giulio è inaccettabile – hanno affermato Paolo Biasi, Sandro Sandrin e Alessio Russi -. Nel nostro piccolo è importante fare qualcosa, per questa iniziativa c’è stata una mobilitazione inaspettata in tutta Italia, e se diventerà una valanga sarà merito di tutti”.
Con loro, oltre alla sete di verità e giustizia per Giulio, i ciclisti portano una lettera di Paola e Claudio Regeni, i genitori del ricercatore che, nella missiva, spiegano alle istituzioni i risultati raggiunti e cosa sarebbe giusto fare per far affiorare tutta la verità. “Non sappiamo a chi dobbiamo consegnare la lettera, ma solo recapitarla è un gesto importante” hanno sottolineato i ciclisti, che auspicano, a questo punto, un segnale dalle stesse istituzioni: “Se qualcuno volesse anche incontrarci noi siamo disponibili”.
Prima di risalire in sella alla propria bicicletta, in direzione Bologna, gli staffettisti hanno consegnato all’assessore Merli una cartolina con un pensiero della famiglia Regeni, che invita la gente comune a “continuare a combattere questa battaglia al nostro fianco”, e a “sostenerci quando sembrano mancarci le forze, proprio come in una staffetta ciclistica, come in una squadra, come in una famiglia”.
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