Copparo
25 Settembre 2018
Il medico legale sentito dal giudice per spiegare la dinamica: è l'unico caso conosciuto di colpo letale con punto d'ingresso in un arto

Omicidio Barioni. La perizia ricostruisce quella coltellata mortale e ‘sfortunata’

di Daniele Oppo | 3 min

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Lara Mazzoni e la vittima Mirko Barioni

Un colpo con una traiettoria sfortunata, che non ha incontrato praticamente resistenza fino all’aorta, con la peggior arma da taglio possibile: un coltello da cucina affilato in grado di lacerare i tessuti con estrema facilità. Mirko Barioni è stato ucciso sì dalla rabbia e dalla violenza di quella coltellata inferta dalla sua compagna, Lara Mazzoni, oggi a processo per omicidio, ma anche da una grande sfortuna: perché non esiste nella letteratura scientifica internazionale un caso in cui, con una dinamica simile, con punto d’ingresso in un arto, una ferita da taglio sia risultata letale.

È, in estrema sintesi, quello che si può ricavare dalla perizia effettuata dal medico legale Rosa Maria Gaudio sul corpo di Barioni, il coltello e la maglietta della Juventus che indossava quel fatidico 4 giugno del 2017. La stessa Gaudio è stata ascoltata lunedì mattina dal gup Silvia Marini che le aveva dato l’incarico per capire la dinamica dell’omicidio, dei fendenti, della forza necessaria per il colpo mortale.

Barioni è stato colpito tre volte con il coltello da cucina, ma solo un colpo è risultato mortale, quello partito dalla scapola anteriore sinistra e terminata in pieno addome, senza mai incontrare altra resistenza che quella della maglietta, della pelle e del polmone, prima di raggiungere l’aorta e lacerarla. Mai un osso si è frapposto tra la lama di quel coltello da cucina brandito da Lara Mazzoni e la vita di Mirko Barioni.

Secondo il perito è probabile che la vittima sia stata colpita una prima volta da dietro, alla spalla sinistra, con il coltello che si è fermato all’osso dopo essere penetrato di pochi centimetri e poi, mentre ruotava su se stesso con il braccio sinistro sollevato, Barioni ha subito quel colpo mortale. Lara molto probabilmente teneva il coltello con due mani – “come un pugnale” nella descrizione del medico legale – sollevato sopra la testa: ecco perché nonostante fosse molto più bassa del suo compagno il colpo è stato dall’alto verso il basso, con la lama che è penetrata per quasi tutti i suoi 19,5 centimetri di lunghezza.

E quella lama è entrata e uscita da Barioni senza alcuna reale resistenza. E non perché la Mazzoni le avesse impresso una forza eccezionale – anzi, “appare plausibile ipotizzare come la forza lesiva applica nel caso di specie sia da ritenersi ‘moderata’ e non rientri nell’ordine dell’eccezionalità” -, ma perché la traiettoria era talmente particolare, essa sì quasi eccezionale, da non incontrare ostacoli ‘duri’ come le ossa fino all’aorta; e quel tipo di coltello, lo rivelano gli esperimenti della letteratura scientifica internazionale, è quello che richiede minor forza rispetto ad altri per lacerare i tessuti. “In nessuno dei tre studi presentati – osserva il medico legale – vengono riportati casi in cui un colpo inferto in sede artuale si sia reso responsabile del decesso del soggetto”. L’unico caso simile, non è stato comunque mortale.

L’ultima questione riguarda la ferita che la Mazzoni presentava a una mano. Per la difesa era una ferita da difesa, ma la perizia ha escluso di poter dare un’interpretazione univoca di quella lesione, avanzando l’ipotesi – che rimane tale – che potrebbe essere stata generata quando il fidanzato di sua figlia – quello che poi cercò di salvare la vita a Barioni – le strappò il coltello di mano.

Cosa tutto questo implichi per il destino di Lara Mazzoni sarà il giudice a stabilirlo nel prosieguo del processo. Di certo c’è che la perizia sembra soddisfare sia la difesa dell’imputata, l’avvocato Fabio Anselmo, che l’aveva esortata come condizione per procedere con il rito abbreviato, sia il legale che rappresenta la famiglia di Barioni, costituitasi parte civile, l’avvocato Eugenio Gallerani.

“La perizia – afferma l’avvocato Anselmo – approfondisce i temi sui quali avevamo sollecitato il giudice e va in un senso rispondente alle nostre aspettative”.

Per l’avvocato Gallerani “la perizia ricostruisce molto bene e con molta puntualità la dinamica del fatto. È una ricostruzione obiettiva, siamo soddisfatti per il suo esito perché conferma le risultanze delle indagini”.

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