Indiscusso
23 Settembre 2018

Il cassonetto dei tesori

di Marzia Marchi | 4 min

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Sarà che invecchio! Sarà che mentre pascolo il cane mi annoio!

Sarà che sono stanca di vedere sacchi di immondizia accatastati accanto ai cassonetti!

Sarà per tutte queste cose insieme ma mi sono messa a rovistare dentro ai cassonetti! Quelli aperti ovviamente e voilà, le scoperte!

Ne allego una di foto ma potrei sommergere il sito di estense.com di foto come queste.

Dentro il bidoncino del vetro – almeno nella zona che val dal centro verso Via Alfonso d’Este e area XX Settembre, Carlo Mayr, e vicoli limitrofi ho fatto la mia personale indagine (magari è l’unica zona maleducata della città!).

Mentre mi scavallavo il mio sacco di sfalcio del giardino fino a via Baluardi e cercavo di tenere aperto il portellone il tempo necessario a svuotare il sacco che poi ho riciclato nella plastica, ho scoperto il cassonetto dei tesori: ogni genere di ingombrante, padelle, ombrelli rotti, vecchi giocattoli e naturalmente sfalcio dentro il sacco di plastica!

Più difficile cimentarsi nell’analisi del cassonetto plastica che ha una imboccatura strettina per la mia testa ma sufficiente a mettere in evidenza palesi sacchetti dell’umido o dell’indifferenziato, per non parlare del bidone dell’organico dove di sacchetti di carta per l’organico o di sacchetti compostabili ci sarà l’1%, perché è notorio che quelli compostabili con l’organico si sciolgono e quindi dovresti uscire con l’intero bidoncino, che poi però devi riportare a casa e magari invece ti fa comodo uscire col pattume la mattina mentre stai andando a prendere l’auto parcheggiata in strada chissà dove e dunque a casa non ci rientri e figurati se ti porti il bidoncino puzzolente sul Suv!

Accade anche che abiti di fronte ad un’isola di cassonetti ma sei una badante e non hai voglia di sbatterti a lavare il bidoncino dell’umido così anche se lo differenzi- perché ti hanno detto di fare così – lo metti in un bel sacchetto di plastica pura e lo porti comodamente nell’apposito bidone dell’organico, vanificando tutto il puro umido che gli altri avevano diligente raccolto! E se una signora a spasso col cane te lo fa notare la mandi pure a quel paese!

Risultato: non c’è più un solo cassonetto che contenga quello per cui era stato predisposto.

Da differenziata spinta l’effetto calotta ha creato l’indifferenziata scomposta!

Cari concittadini, se volete avviare la vostra personale indagine nel quartiere dove abitate magari riusciremo a far cambiare i dati di Hera che dice di aver portato la differenziata all’80%! Ora, già a i tempi in cui non si sentiva l’esigenza di dare numeri sull’indifferenziato (a causa della tariffa capestro di adesso), i dati dell’Osservatorio Rifiuti indicavano che una percentuale di rifiuti raccolti in maniera differenziata finiva in realtà a smaltimento perché non raccolto in maniera corretta: stiamo parlando di circa il 3% su quantitativi di raccolta differenziata del 45%. Cosa accade dunque oggi?

Dall’indagine alla proposta. Un gruppo di cittadini che fa capo a Ferraraincomune e Comitato Iomirifiuto ha raccolto 955 firme – su una proposta di delibera da presentare in Consiglio comunale affinchè il Comune si impegni a finanziare uno studio di fattibilità per valutare la possibilità di ripublicizzare il servizio integrato di raccolta rifiuti che oggi è in gestione ad Hera, con un contratto scaduto a fine 2017.

L’obiettivo è quello di avviare un tavolo partecipato dalla cittadinanza nelle sue varie forme associative al fine di identificare, dati alla mano, la soluzione migliore per la gestione del servizio rifiuti che nella fase di raccolta sta mostrando una generale inefficacia con l’attuale sistema calotta, oltre agli effetti in termini di conseguente smaltimento.

E’ in corso un iter di consultazione con le forze politiche affinchè sostengano la discussione in Consiglio Comunale a presentazione dei proponenti, unicamente interessati a risolvere una questione che, se negli anni passati era stata affrontata dagli ambientalisti principalmente sotto il profilo degli aspetti inquinanti legati alla forma di smaltimento, ora si è estesa fino agli aspetti economici dei singoli cittadini, al decoro urbano e alla vanificazione di corrette pratiche di differenziazione che la raccolta porta a porta aveva permesso di implementare.

In pratica stiamo facendo un pericoloso salto all’indietro!

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