“Gaza attraverso la schermo”: i disegni di Mazen Kerbaj per la Palestina
Se c’è un settore in grande espansione nel mondo editoriale è quello dei fumetti/graphic novel.
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Esce oggi con il manifesto “La fine del mondo”: 72 pagine esclusivamente di fumetti (Gipi, Zerocalcare, Blu, Eliana Albertini, Bruno Bozzetto e molti altri)
Un ampio studio osservazionale condotto in Francia su più di cento bambini con epilessia farmacoresistente rafforza l’idea che il cannabidiolo (CBD) possa rappresentare un’opzione terapeutica efficace, sicura e sostenibile nel lungo periodo
Un’analisi su come il tema delle donne di conforto influenzi geopolitica, memoria storica e guerra economica nel 2025, tra tensioni nell’Indo-Pacifico e strategie USA-Cina
“Campo Imperatore 1943, quel falso mito sulla liberazione del duce” di Vincenzo Di Michele. Disponibile sia in versione cartacea che in e-book, il libro ricostruisce la realtà della vicenda con documenti e testimonianze, ridimensionando il ruolo di Otto Skorzeny
Rigoroso, artistically correct, ma anche elegante At Eternity’s Gate, l’ultimo film di Julian Schnabel presentato in concorso alla 75a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
E’ dedicato a Van Gogh, e parte della sua esistenza in Provenza, terra di luce, colori e del selvaggio mistral, fino alla morte, lui icona sacra della moderna pittura, celebrato in molte mostre anche italiane di recente, tra Verona e l’ultima di Vicenza dall’eccellente e geniale critico Marco Goldin che pure ne ha fatto film e spettacoli.
Protagonista un Willem Dafoe sempre più bravo, sempre più calato nelle sue stupende interpretazioni di grandi a partire dal Cristo di Scorsese, per arrivare al Pasolini di Abel Ferrara fino a ‘questo’ Van Gogh, da lui sentito, amato, rispettato, quasi – come ha affermato in conferenza stampa accanto al regista.
“La sua immensa spiritualità, la sua religiosità panica mi han commosso, mi han trasmesso sensazioni e sentimenti mai provati, grazie pure alle sue lettere – non solo all’amato fratello Theo – per me fonte di ispirazione interpretativa – ha affermato Dafoe.
“Non voglio sia considerato un semplice biopic – ha detto il regista – volevo rappresentare un grande artista, come già ho fatto in passato con altri. Io stesso dipingo e amo l’Arte da sempre e le indagini fatte su Van Gogh per ‘raccontarlo’ al meglio, son valse una conoscenza di lui quanto mai approfondita, diversa. Tutti noi pensiamo di conoscerlo, quasi da sempre, ma non è così. La sua profondità e la sua arte son state capite ed amate tardi, certo, postume, certo, ma il suo messaggio, contrariamente a quanto sempre pensato è di speranza, di fede per il futuro, l’Arte, la Natura: è un messaggio di eternità…Non a caso lo splendido titolo: Al cancello dell’eternità, dei cieli… la sua arte era/è davvero paradisiaca”.
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