Politica
31 Agosto 2018
L'editoriale di Estense.com. La scelta del candidato smaschera la crisi dei dem a Ferrara

La resa inconsapevole del Pd

di Marco Zavagli | 4 min

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Il Partito democratico si interroga. Non sui problemi quotidiani delle persone. Ma sulla possibilità di perdere a maggio al primo o al secondo turno. Non servono sondaggi per capire il piano inclinato sul quale i dem ferraresi stanno scendendo.

Basta affacciarsi alla finestra. Che sia fisica o virtuale. Dalla prima si scopre un centro pieno di negozi vuoti e aperto a prossime chiusure di attività. L’ossimoro vale anche per i centri commerciali.

Sempre dalla finestra fisica, chi si affaccia richiude in fretta i vetri per paura della microcriminalità. Si tappa il naso per i rifiuti accanto ai cassonetti. Si chiude gli occhi di fronte a episodi di degrado. Non chiude il portafogli, ormai svuotato dal crac Carife, la banca locale che, per citare un sagace poeta futurista, Ardengo Soffici, “ha chiuso gli sportelli per una moratoria di tristezza”.

Dalla finestra virtuale invece si percepisce il nulla. Frotte di salottieri che si rimbalzano la frase del giorno, per poi – a mo’ di Don Raffaè – costernarsi, indignarsi, impegnarsi e poi gettare la spugna con gran dignità. Pensiamo solo che per 24 ore buone il pensiero principale del Pd locale è stato quello di disegnare le contromosse per un giornale che aveva scambiato la nostra rubrica satirica per la pagina di cronaca politica (il sublime per una satira, prendere il posto della realtà che evidentemente non è così distante dalla sua caricatura). Erano anni che non si captava tanto ribollir di neuroni.

Fuori dalla finestra social, intanto, le persone continuano a lamentare gli stessi problemi, scrivere le stesse lettere ai giornali, inventarsi come vivere con un reddito medio calato di 11 punti in pochi anni.

E come pensa di reagire il Pd e risollevarsi in vista della prossima campagna elettorale? In strada moltiplica le attività ludiche, specie se in zona Gad. Rinuncia ai dibattiti politici alle feste de l’Unità per evitare imbarazzanti fotografie di pubblico assente. E discute di incompetenza. Degli altri.

Su Facebook invece ha adottato il metodo Naomo. Non quello delle ruspe, bensì quello della iperesposizione mediatica fatta di post, dirette, slogan e hashtag. Da qualche settimana la mia bacheca si colma ogni giorno di interventi di persone che non conosco. Percepisco solo il loro esplicito accanimento pro Pd. Rilanciano quotidianamente vuoti inni contro demagogia, populismo, sovranismo da una parte e battimani in favore delle magnifiche sorti e progressive dell’amministrazione dall’altra. Come al solito i contenuti, le idee, i valori rimangono fuori dai santuari di Palo Alto. Ritornelli inutili.

Sinceramente non capisco come l’attuale maggioranza pensi di evitare il tracollo. L’esempio di Imola non è servito. Qualche eco lontana parla di intenzione di aprire ai movimenti. Ma solo per necessità, non per volontà. Se così non fosse, questa inclusività si sarebbe tradotta in disponibilità anni prima. E, ormai, sono i movimenti ad aver smesso di bussare a quelle porte sempre chiuse.

E così l’unico input condiviso in via Frizzi è quello di puntare su un “asso pigliatutto”. Ancora la formula del leader, alla faccia di programmi e, mi ripeto, di contenuti idee e valori. L’asso pigliatutto estratto dal cilindro di Tagliani (la discussione interna è ormai solo una voce desueta nel vecchio dizionario della buona politica) è Fulvio Bernabei, colonnello della Guardia di Finanza.

Come anticipato qualche giorno fa dal “Carlino”, l’ex comandante delle fiamme gialle di Ferrara, è il candidato in pectore del Pd. Nulla da eccepire sul profilo umano e professionale di Bernabei. Tra l’altro sul tema sicurezza ha dimostrato a forza di indagini e arresti di sapere il fatto suo. Ma quella scelta ha tutto il sapore della resa inconsapevole.

Da quella scelta discende una ridda di ragionamenti necessariamente prodromici che devono aver fatto i dem. Serviva per forza una personalità che non facesse parte del Pd. Serviva una personalità in grado di contrastare la destra sul terreno a lei più caro, la sicurezza e il contrasto alla criminalità. Serviva una personalità non collegabile a chi ha governato Ferrara negli ultimi anni. Insomma, serviva altro.

Già. Serviva altro. Qualsiasi cosa che non fosse il Pd.

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