Sono state circa una ventina le persone che, con addosso una maglietta rossa, si sono recate in procura giovedì mattina per depositare l’esposto – uno ciascuno – in cui si chiede di verificare le eventuali responsabilità del ministro dell’Interno Matteo Salvini per le sue parole contro i rom e la politica di chiusura dei porti. Altre lo faranno anche nei prossimi giorni.

Sono cittadini e cittadine comuni, riuniti in un’associazione spontanea che inizialmente ha preso il nome provvisorio di Refugees Welcome Ferrara. “Abbiamo fatto esposto sperando che l’effetto possa essere come quello di una palla di neve che diventa una valanga, in modo che la gente smetta di dormire e di avere paura – spiega Grazia Satta, che ha assunto un po’ il ruolo di portavoce in una breve conferenza stampa tenuta davanti al tribunale di Ferrara -. Sono insegnante delle superiori e già da tempo avverto nei ragazzi timori, rabbia, violenza e il dar retta a chi è violento nelle idee, a chi parla alla pancia in modo pericoloso. Pensavo che il fascismo si potesse capire soltanto attraverso i libri invece mi pare che ci stiamo un pochino entrando dentro”.

L’esposto ricalca in buona misura quello già presentato dal vignettista Vauro qualche tempo fa e punta il dito contro le frasi sui rom pronunciate da Salvini – dall’intenzione di censirli al “purtroppo quelli italiani ce li dobbiamo tenere” – e contro la politica di chiusura di porti alle navi con a bordo migranti salvati. “Riteniamo che per una vita umana valga la pena di aprire tutti i porti del mondo”, prosegue Satta, che attacca ancora sulla sensazione di paura ingenerata negli italiani: “La paura è un pessimo e ottimo aggregante per chi vuole fare certe cose”, afferma con convinzione.

E con altrettanta convinzione il gruppo – per quanto informale –  è intenzionato ad andare avanti nella sua battaglia: “Non ci spaventa essere in pochi – afferma Valeria Rustici -, siamo dalla parte della ragione e di questo siamo convinti”.