Politica
12 Luglio 2018
Il M5S sosterrà la proposta del Pd, sotto attacco da Lega e Forza Italia, di intitolare il centro giovanile Il Meloncello al ferrarese ucciso

La politica bolognese si spacca sulla dedica ad Aldrovandi

di Redazione | 3 min

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La proposta di intitolare il centro giovanile ‘il Meloncello’ a Federico Aldrovandi spacca in due la politica bolognese. È duro scontro infatti tra i consiglieri di maggioranza e quelli di opposizione sull’idea lanciata nell’ormai lontano 2013 dalla consigliera del quartiere Porto-Saragozza, che ha raccolto oltre 7mila firme per sostenere la propria causa. Mentre in consiglio comunale il Pd sostiene la proposta, Lega e Movimento 5 Stelle fanno passare in secondo piano l’alleanza governativa e arrivano allo scontro.

Dure infatti le parole del leghista Umberto Bosco che afferma: “Non vedo in che modo Aldrovandi rientri nella categoria dei martiti. Non è una persona che ha combattuto per un ideale e non è caduta sotto i colpi del nemico”. Secondo Bosco il ragazzo ucciso a Ferrara nel 2005 è semplicemente “la vittima di un episodio di cronaca” e “se ci mettiamo a dare un’onorificenza a ogni vittima di reato, non se ne esce più”. Marco Lisei di Forza Italia si spinge oltre, dipingendo la dedica ad Aldrovandi come un attacco indiretto alle forze dell’ordine: “Il Pd cerca di strumentalizzare il nome di Aldrovandi come vessillo per dare voce ad un mondo che descrive le forze dell’ordine come brutte e cattive”.

Argomentazioni che non sfiorano nemmeno i pensieri del pentastellato Massimo Bugani, che si dichiara “favorevolissimo” all’ordine del giorno, che difende dalle strumentalizzazioni: “È chiaro che non vuol essere un attacco alla polizia e di polizia sarebbe stato bene non parlare in questa discussione. Aldrovandi è un simbolo innocente ucciso barbaramente, non mi interessa se dalla polizia o da persone incontrate per strada”.

Bugani annuncia così l’intenzione dei pentastellati di sostenere con i propri voti l’ordine del giorno, pur dissociandosi dalle posizioni del Pd e in particolare dalle parole dell’assessore alla cultura Matteo Lepore, che in consiglio comunale ha pronunciato il discorso più duro sull’argomento: “Siamo favorevoli e prendiamo posizione perché è importante farlo in questo momento – ha affermato Lepore -. Un odg come questo ha un valore politico importante, è uno spartiacque tra chi stando nelle istituzioni crede che si possa portare avanti un’idea democratica dello Stato, delle forze dell’ordine e dei servizi svolti per la pubblica utilità e la sicurezza e chi vive le istituzioni repubblicane all’insegna del motto ‘Me ne frego’, lo dico molto esplicitamente”. Per l’assessore “non possono più esserci distinguo” e “non prendere posizione significa legittimare. Questa dedica non la merita solo Aldrovandi, ma la merita Bologna”. E a questo punto arriva il passaggio più contestato del discorso: “Le inchieste su tutte le stragi che hanno colpito la nostra città sono caratterizzate da sentenze che hanno dimostrato come apparati dello Stato siano stati protagonisti di forti depistaggi. È storia del nostro Paese”. Parole giudicate “decisamente fuori luogo” dal pentastellato Bugani.

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