Politica
11 Luglio 2018
Critici M5S, Si e misto-Mdp: "La sanità deve rimanere pubblica". Polemica su nuovi Irccs

Sanità. Calvano su riforma controlli bilanci aziende: “Più trasparenza”

di Redazione | 3 min

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“Più trasparenza nella rendicontazione delle aziende sanitarie, controlli più snelli”. È Paolo Calvano del Partito Democratico a relazionare, in Assemblea legislativa, sul provvedimento relativo a programmazione, rendicontazione e controlli per le aziende sanitarie.

Il consigliere ha parlato di “strumenti contabili più accessibili per i cittadini e per chi ha un ruolo di controllo”. Le verifiche, ha rimarcato, “saranno ancora più incisive, ad esempio per la certificabilità dei bilanci”. In presenza di gravi irregolarità, ha poi evidenziato, “scatterà l’alert per tutti i soggetti interessati, fino al coinvolgimento della commissione consiliare competente”. Inoltre, ha concluso Calvano, “con un sistema di audit interno verranno rafforzate le verifiche interne”.

La legge introduce regole uniformi per l’applicazione dei diversi strumenti di programmazione, nonché di standard informativi finalizzati a una corretta gestione delle operazioni di coordinamento e consolidamento dei conti delle aziende.

Lo stesso relatore Calvano ha presentato degli emendamenti al provvedimento per “consentire ai soggetti di diritto privato, accreditati nel sistema sanitario regionale e quindi integrati nella programmazione regionale, di chiedere il riconoscimento in Irccs al ministero, possibilità oggi ammessa per il solo caso dell’Irst di Meldola”. Questo, ha evidenziato il consigliere, “per ampliare le possibilità di ricerca sul territorio regionale, a beneficio dei bisogni di cura di tutti i cittadini”.

Anche Paolo Zoffoli (Pd) ha parlato, su questo tema, di “riconoscimento dato sulla base di un impegno importante, ma che può anche essere revocato”, riferendosi, in particolare, a villa Cecilia Maria di Cotignola, nel ravennate. Ha poi evidenziato che “questi emendamenti non porteranno a nessun cambiamento radicale, col privato interagiamo continuamente nell’interesse della sanità pubblica”.

L’argomento ha prodotto un acceso dibattito in Assemblea.

Dura la replica di Giulia Gibertoni del Movimento 5 stelle: “La sanità deve rimanere pubblica”. Cosi come l’intervento del collega di partito Andrea Bertani, che ha parlato di “emendamenti che vanno a modificare in modo sostanziale il sistema sanitario”, ribadendo che “non possiamo affidarci completamente al privato, in questo modo si indebolisce il pubblico, esattamente come in Lombardia”. Per il pentastellato “è stata snaturata la scelta fatta in Emilia-Romagna”.

Perplessità anche da Igor Taruffi di Sinistra italiana; “Di fatto consentiamo a soggetti di diritto privato di poter accedere a finanziamenti pubblici, cosa che fino ad ora nella nostra regione non era previsto”. Così come da Silvia Prodi del Misto-Mdp. “Le risorse pubbliche sulla ricerca- ha detto- devono prioritariamente essere orientate verso un modello pubblico”. La Lombardia, ha concluso, “non può essere un riferimento”.

Mirco Bagnari Pd ha invece ribadito che “esistono anche eccellenze nel privato, vogliamo governare questi processi di integrazione”. Ribadiamo, ha quindi rimarcato, “la necessità del controllo pubblico, prevedendo il coinvolgimento delle amministrazioni locali e delle associazioni, nel pieno interesse dei territori e dei cittadini”. È giusto, ha concluso, “che i privati avanzino delle richieste che saranno esaminate”.

Gli emendamenti sulla questione Irccs sono stati approvati con il sì di Pd, Lega e Misto-Mns, contrari M5s, Si e Misto-Mdp, voto d’astensione per Fi. Mentre l’intero provvedimento ha ottenuto il via libera dall’Assemblea con il sì del Pd, astenuti Ln, Fi e Misto-Mns, voto contrario per M5s, Si, Misto-Mdp e AltraER.

Respinti invece gli emendamenti presentati da Michele Facci (Misto-Mns) sul tema dei controlli da parte del collegio sindacale. Il consigliere ha riferito che “deve essere predisposta, con cadenza almeno semestrale, una relazione sull’andamento delle attività delle aziende, come dispone la normativa nazionale”. No anche alle modifiche proposte da Piergiovanni Alleva (AltraER), che miravano a “valorizzare l’apporto del comitato consultivo misto nella costruzione dei bilanci”.

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