Lettere al Direttore
16 Giugno 2018

Incidenti, colpa delle pessime strade

di Redazione | 5 min

Ho letto la risposta data da Paolo Sodi, amministratore delegato Sodi Scientifica Srl, alle osservazioni sollevate da Anio Benazzi sull’“abuso” dell’uso di velox (in particolare da parte dei Corpi di Polizia Locale, aggiungo).

E intervengo nel contraddittorio essendomi occupato per oltre 15 anni del problema “in-sicurezza stradale” – in particolare nella nostra provincia di Ferrara e nella regione Emilia Romagna, che vantano rispettivamente il tristissimo primato di morti e feriti, in Italia e nell’Europa dei Paesi fondatori ogni 100mila abitanti – le accludo l’ultima statistica elaborata da fonte ufficiale Istat – e quelle che rilevava il nostro comitato – di cui faceva parte anche lo stesso sig. Benazzi – e che ora continuo ad aggiornare personalmente. Avendo il Comitato cessato ogni sua attività in riferimento al problema il 31-12-2015 per motivazioni che non sto ad elencarle.

Della sua risposta mi ha colpito in particolare l’affermazione che la ‘velocità’ è causa di sinistri per 1/3 di tutti gli incidenti nei Paesi ad alto e medio reddito pro-capite. Contrariamente a quanto hanno sempre affermato e affermano le competenti Autorità che la velocità è la 1° causa di morte, soprattutto tra i giovani, in Italia.

Mentre ho sempre sostenuto e dimostrato – dati alla mano – che la 1° causa di incidentalità e morte in Italia sono le pessime condizioni e la vetustà delle nostre strade. Di qualsiasi ordine e grado: pensi solo, per esempio, che l’alternativa viaria all’Autostrada del Sole- A1 – Piacenza – Bologna, resta tuttora la mitica ‘via Emilia’. Costruita 2.205 anni fa!!! E confortato altresì in questa tesi da una ricerca condotta dall’Università Federico II di Napoli, di cui diede notizia il Sole 24 Ore del 18 dicembre 2008, attribuendo a circa il 40% la causa dei sinistri riconducibili, appunto, alle condizioni delle strade ed assenza di prevenzione nei tratti più pericolosi. Percentuale confermata, nonostante i cali registrati, dalle ns quotidiane rilevazioni in tempo ‘quasi’ reale – con solo riferimento ai decessi – operate dalla consultazione degli organi di informazione: Estense.com, Resto del Carlino e La Nuova Ferrara.

Ma tornando ai velox e le ulteriori strumentazioni tecnologiche ormai in uso: tutor, telelaser, credo non sia un segreto che molti Comuni non solo li utilizzino per fare ‘cassa’, ma lo hanno esplicitamente e pubblicamente perfino dichiarato. Aggiungendo altresì che in moltissimi Comuni i ‘revisori dei conti’ hanno sempre omesso di evidenziare la mancata, scarsa o falsa attribuzione % degli introiti da sanzioni stradali per finalità di ‘prevenzione ‘ e ‘sicurezza’. E questo non può che accrescere l’avversione degli utenti nei confronti delle Amministrazioni locali che abusano di tali strumentazioni non certo per prevalenti ragioni di ‘sicurezza’.

Argomento che abbiamo rappresentato anche alla stessa società Autostrade per l’Italia per le sue pubblicità a favore dei ‘tutor’ – oggi oggetto di controversia legale – il cui impiego avrebbe contribuito a diminuire di oltre il 50% i sinistri. E, in particolare, argomentavamo le nostre argomentazioni chiedendoci perché siano stati spesi fior di miliardi di euro per: sostituzione ‘guard rail’ centrali con ‘new-jersey’; rafforzamento di protezione su tutti i viadotti e stesura reti protettive per evitare salti nel vuoto; stesure di centinaia e centinaia di Km di asfalto drenante; collocazione di pannelli a messaggi variabili ogni 10-15 Km per preavvertire eventuali intoppi stradali; collocazione di attenuatori d’urto in caso di impatti in tutte le biforcazione lungo la rete; rifacimenti e messa in sicurezza di molte gallerie ecc. ecc. Ecco, perché tutto questo sperpero di denaro sottratto agli utili per gli azionisti se era (ed è) sufficiente il ‘tutor’ a scongiurare incidenti?

Tenuto conto che la velocità media in Emilia Romagna sfiora il ridicolo, rispetto alla media europea. Pur non essendo trascurabile la presenza di tratti autostradali, superstrade e circonvallazioni che avrebbero, sempre statisticamente e considerati i flussi di traffico, contribuire ad elevare quelle ‘velocità medie’.

In conclusione – e mi scuso se mi sono lasciato prendere la mano nell’elencare, tuttavia, solo una minima parte dei molteplici aspetti che attengono la prevenzione e la sicurezza stradale, la cui carenza, oltre ai vari fattori noti, ha anche un responsabile e una motivazione di cui nessuno parla: il nostro Cds, in prima formulazione e poi rivisto, non prevede alcuna sanzione ‘preventiva’ per i gestori delle strade in caso di inadempienze ed omissioni ai fini della sicurezza. E, molto spesso, neppure dopo che la frittata è fatta.

Comprendo e condivido, da imprenditore ad imprenditore, le sue motivazioni, ma ciò che si chiede e chiedeva il Sig. Benazzi è semplicemente che cresca una vera responsabilità da parte dei gestori ai fini della ‘prevenzione’ e ‘sicurezza’. Considerato oltretutto che sulla collettività si scarica il mantenimento socio-economico dei soggetti ‘non più produttivi’ per ragioni di età anagrafica, oltre quelli che ‘produce’, ogni anno, inchiodati su una sedia a rotella o lettino di coma d’ospedale, l’insicurezza stradale. Mentre si lascia che muoiano o restino invalidi a vita una percentuale elevatissima, ogni anno, di coloro che producevano e contribuivano a mandare avanti questo Paese.

Luigi A. Ciannilli

(già presidente del Comitato per la Sicurezza stradale “F. Paglierini” – aggiudicatosi il 3° premio europeo, nel 2005, per le rilevazioni statistiche operate e la denuncia sulla “condizione delle strade in Emilia Romagna”. E promotori – con altre associazioni a livello nazionale – della modifica legislativa, per l’allineamento ai livelli comportamentali europei, del 1° comma dell’art. 191 del Cds – riguardante i passaggi pedonali).

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