Lettere al Direttore
12 Giugno 2018

Velox: più velocità, meno sicurezza

di Redazione | 4 min

Buongiorno,

mi riferisco all’articolo a firma Anio Benazzi. Vorrei esprimere la mia opinione in qualità di titolare dell’azienda che ha inventato gli Autovelox.

Benazzi dimostra non solo una competenza non comune sull’argomento, ma esprime auspici che ci trovano assolutamente concordi, ad esempio quando prefigura l’inserimento di limiti massimi di velocità rapportati alla reale percezione di pericolo dell’automobilista medio, intervenendo poi sul comportamento degli automobilisti. Peccato, che – almeno in Italia – i limiti di velocità siano stabiliti per legge, in relazione al tipo di strada (autostrada, strada extraurbana principale, ecc.) e non possano quindi essere il frutto di calcoli scientifici e prove comparative; e – a sua volta – la tipizzazione delle strade (autostrada, ecc.) sia definita in maniera molto precisa sempre dal Codice della Strada. Quindi, la pubblica amministrazione, e soprattutto le forze dell’ordine, dalla Polizia di Stato alla Polizia Locale competente per territorio, sono tenute ad apporre la segnaletica conforme alla legge e – qualora programmino servizi di controllo della velocità dei veicoli – non potranno che multare i veicoli che superino tali limiti, e non certo limiti superiori, perché in tale ultimo caso commetterebbero un vero e proprio reato chiamato “omissione di atti d’ufficio”.

Sul fatto, poi, che la velocità sia un fattore di pericolo per la circolazione, non vi sono dubbi. E se vi fossero, basterebbe far ricorso al parere di un ente sicuramente super partes come l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel 2017 ha pubblicato un documento denominato Managing Speed, del quale qui di seguito fornisco qualche stralcio.

Il documento dell’OMS mette subito in evidenza come la velocità abbia un effetto positivo sulla mobilità in termini di riduzione dei tempi di trasporto, ma incida negativamente sulla sicurezza stradale, influenzando sia la probabilità di un incidente stradale sia la gravità delle sue conseguenze. I danni derivanti dall’insicurezza stradale sono noti ed ingenti: circa 1,25 milioni di persone muoiono ogni anno sulle strade del mondo. È la prima causa di morte tra i giovani di età compresa tra 15 e 29 anni e rappresenta quindi un problema di salute pubblica, ma anche per lo sviluppo: si stima che, a livello mondiale, le lesioni stradali costino circa il 3% del PIL, con punte del 5% nei paesi a basso e medio reddito.

La velocità dei veicoli è al centro del problema degli incidenti stradali. Uno studio condotto tra i paesi dell’OCSE ha mostrato che in genere il 40-50% e fino all’80% dei conducenti guida a velocità eccessiva, una percentuale analoga ai paesi con redditi bassi e medi. L’OMS ci dice che con l’aumento della velocità media aumenta la probabilità di un incidente, ma anche il rischio di morte e lesioni gravi è maggiore. Per converso, una diminuzione del 5% della velocità media, può comportare una riduzione del 30% del numero di incidenti stradali mortali. Mentre coloro che viaggiano sui veicoli hanno molte più probabilità di essere feriti in collisioni frontali e laterali quando viaggiano ad alta velocità, la relazione tra velocità e gravità delle lesioni è particolarmente critica per gli utenti “deboli” della strada, cioè pedoni, ciclisti e motociclisti, così come per i bambini e gli anziani. Un pedone adulto colpito da un’auto che viaggia a 50 km/h ha un rischio di decesso inferiore al 20%, ma quasi del 60% se colpito a 80 km/h.

Nei paesi ad alto reddito, la velocità costituisce circa un terzo dei decessi sulle strade. Nel Regno Unito, ad esempio, la velocità è responsabile del 28% di tutti gli incidenti stradali mortali, mentre in Australia questa percentuale è del 30%. Nei paesi a basso e medio reddito, la percentuale è ancora superiore a causa della maggiore incidenza degli utenti deboli. Nel migliore dei casi stiamo parlando di oltre 400.000 persone che perdono la vita a causa della velocità eccessiva: una città come Firenze che ogni anno sparisce dalla faccia della terra.

Per gli anglosassoni, la risposta consiste nella tripla E: Engineering, Education, Enforcement (Ingegneria, Educazione, Controllo).

Le misure di gestione della velocità dovrebbero riflettersi innanzitutto nella corretta progettazione o riprogettazione delle strade. Stabilire limiti di velocità adeguati alla funzione di ciascuna strada, con particolare riferimento alla congruità e quindi alla credibilità dei limiti imposti per legge, attuando adeguate campagne di formazione e informazione.

Il controllo da parte delle forze dell’ordine è infine essenziale per rendere effettivi i limiti di velocità. I paesi che hanno stabilito adeguati limiti di velocità, ma hanno adottato scarsi provvedimenti per farli rispettare, hanno ottenuto benefici molto limitati. L’applicazione dei limiti di velocità assume forme diverse in contesti diversi e include approcci manuali e automatizzati. E’ dimostrato che il controllo automatico della velocità è il metodo più efficace per ridurre la velocità. Un certo numero di forze di polizia nel mondo ha adottato metodi di controllo basati su un approccio “ovunque, in qualsiasi momento” per scoraggiare qualsiasi eccesso di velocità sulla rete. Il messaggio è chiaro: l’eccesso di velocità è un comportamento illegale e inaccettabile, e in contrasto con gli interessi dei cittadini.

È quindi auspicabile che anche testate come la vostra tengano conto di tutto ciò, allo scopo di sviluppare una vera cultura della sicurezza in Italia.

Distinti saluti

Paolo Sodi

Amministratore Delegato Sodi Scientifica Srl

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