Rivestivano ruoli di primo piano i tre nigeriani arrestati dalla Polizia di Stato di Ferrara nell’ambito dell’operazione “Bombizona” che ha smantellato un’organizzazione criminale dedita al traffico di stupefacenti tra Emilia, Veneto e Trentino. Le indagini, partite da Trento, hanno portato all’aresto di 20 persone (17 nigeriani e tre italiani), a emettere 23 divieti di dimora e a denunciare complessivamente 54 persone.
I tre arrestati a Ferrara, come anticipato, partecipavano attivamente all’organizzazione con compiti tutt’altro che secondari, prendendo le ordinazioni di droga e trasportandola, da soli o avvalendosi di altri connazionali, nei luoghi di smistamento di Verona e Trento, mantendone una parte per le esigenze del mercato ferrarese. Si tratta di eroina, cocaina, hashish e mariuana, sostanze che venivano anche importate dall’Olanda e che transitavano proprio a Ferrara.
La rete del traffico copriva una vasta zona l’organizzazione criminale era composta da centroafricani giunti in Italia come richiedenti asilo. Fra i componenti dell’organizzazione, che comunicavano fra loro tramite Whatsapp per evitare controlli della polizia, figuravano anche alcuni italiani tossicodipendenti e donne incinte con figli, che venivano utilizzati come spacciatori (i particolare nella zona di Trento) e che garantivano un continuo ricambio di clienti.
Per restare ai tre nigeriani arrestati a Ferrara dalla Squadra Mobile, il primo a finire in manette ieri mattina è stato il 26enne Victor Oboh, già gravato da precedenti per stupefacenti, ufficialmente venditore ambulante e regolare in Italia dal 2011. E’ stato rintracciato nella sua abitazione a Pontelagoscuro e all’interno dell’organizzazione criminale si occupava di procurare droga di elevata purezza (soprattutto cocaina ed eroina) che poi faceva arrivare a Verona e Trento. La Polizia ha documentato ben 15 trasporti effettuati da Oboh, che riceveva anche il denaro delle cessioni di stupefacente con il compito di reinvestirlo in altra droga o in spese per altri viaggi di consegna.

Da sinistra: Victor Oboh, Suleman Al Hassan e Andrew Oje
Rintracciato in via Cattaneo, invece, il 30enne Andrew Oje, che si trovava agli arresti domiciliari per reati legati agli stupefacenti (venne arrestato nel maggio del 2017 a Verona perché trovato con quattro ovuli di eroina). Di fatto si tratta di un nigeriano irregolare in Italia, in quanto, dopo essere arrivato nel 2009, il suo status di rifugiato non è stato riconosciuto e sta attendendo l’esito del suo ricorso. Il suo ruolo era quello di procurare eroina e cocaina e portarla a Verona (documentati 7 suoi viaggi) esaudendo ogni richiesta proveniente dall’organizzazione.
Il 24enne Suleman Al Hassan, invece, è stato arrestato in via Arianuova. Risulta avere precedenti per droga ed è stato riconosciuto come rifugiato, quindi in possesso di un permesso di asilo che scade nel 2020 (è entrato in Italia nel 2013). Nel gruppo era quello che procurava all’estero lo stupefacente, recandosi in Olanda (tre i viaggi accertati) per acquistare partite di droga che trasportava ingoiando gli ovuli e redistribuiva a Ferrara e recandosi a sua volta a Verona. in pratica era lui che manteneva i contatti con i fornitori esteri ed era pronto a soddisfare le richieste costanti dell’organizzazione, oltre a gestire parte del traffico a Ferrara.
Da sottolineare che i tre arrestati, per effettuare i viaggi, utilizzavano autobus e corriere piuttosto che rischiare spostamenti in aereo. I componenti dell’organizzazione, come scoperto dalla Polizia, potevano contare sulla disponibilità di alcune dimore all’interno delle quali nascondevano lo stupefacente, oltre ad avere materiale vario per il confezionamento e schede telefoniche intestate a persone fittizie. A tutti è contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
I tre arrestati sono finiti in carcere ma, per evitare che stessero insieme, uno è rimasto a Ferrara (Oje), un altro è stato spedito nel carcere di Pavia (Al Hassan) e il terzo in quello di Modena (Oboh).
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