di Giuseppe Malatesta
“Stiamo dicendo dei no, come quando i genitori devono dire un no necessario ai loro figli”. Spiega con una similitudine la sua posizione sull’emergenza migratoria – e più nello specifico sul caso di stretta attualità della Aquarius – la deputata ferrarese Maura Tomasi, affaccendata in quel della Capitale come parlamentare in quota Lega.
Il no è quello del suo leader, il ministro dell’interno Matteo Salvini, allo sbarco della nave di Medici senza frontiere nei porti italiani. Decisione che ha innescato un braccio di ferro internazionale ma anche sollevato un moto di indignazione e protesta concretizzato in numerose città, Ferrara compresa, in manifestazioni di piazza.
Uno spirito solidale, quello di tanti cittadini e associazioni, che si contrappone ad una presa di posizione “cinica”, per citare il presidente francese Macron, “certamente dura – ammette Tomasi -, più che altro necessaria a cambiare la rotta finora intrapresa, che ha privilegiato un’accoglienza non strutturata, perseguendo un business a scapito dei migranti stessi. E Macron – commenta a caldo la deputata – ha chiuso i porti da tempo: di cosa stiamo parlando?”.
“Quello a cui abbiamo assistito finora, per quanto possa dire chi oggi scende in piazza a riempirsi la bocca di belle parole e solidarietà, è tutt’altro che accoglienza: è un sistema economico che sfrutta queste persone per un business, quello sì strutturato, per poi liberarsene senza preoccuparsi del loro futuro, affidando queste persone alla strada, costringendole al vagabondaggio, a chiedere l’elemosina per le strade delle nostre città, a delinquere”.
“L’Italia deve accogliere? Certo, ma anche saper garantire condizioni di vita dignitose a chi arriva, senza lasciarlo in balia di decreti di espulsione che non verranno eseguiti. Siamo sicuri che a fare il bene dei migranti sia chi oggi scende in piazza? Ho forti dubbi”. E sulla Aquarius Tomasi conclude: “A bordo non sono solo in 600, ma in passato abbiamo aperto i porti a gruppi ben più numerosi. Potevamo continuare, ma cosa sarebbe successo la prossima volta? Qualcuno avrebbe mai collaborato senza che si arrivasse a prendere una posizione forte?”.
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