Attualità
31 Maggio 2018
Il magistrato ospite del liceo Ariosto per una riflessione sulle misure penitenziarie: "Ben 68 ex carcerati su 100 ritornano dietro le sbarre"

Gherardo Colombo sul carcere: “Idea rassicurante ma è l’università del crimine”

di Redazione | 3 min

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di Marcello Celeghini

Tante le domande degli studenti del liceo classico Ariosto che giovedì mattina hanno preso parte alla tavola rotonda sull’esperienza del teatro nelle carceri, dal titolo ‘Le stanze del Teatro Carcere’, organizzata dal liceo in collaborazione con il Teatro Nucleo e l’Istituto Gramsci, e all’intervento del noto magistrato Gherardo Colombo, attuale presidente della Cassa delle ammende del Ministero della Giustizia ed ex magistrato nei processi ‘Mani Pulite’ e P2. Dal dibattito vivace tra Colombo e gli alunni sono emersi gli stereotipi e le false credenze comuni sui carcerati e la vita in carcere.

Una città nella città. È questa l’immagine del carcere per chi ogni giorno per lavoro deve oltrepassare le sbarre. Dietro i cancelli c’è un mondo fatto di persone, ognuna con la propria storia, che vogliono continuare a sentirsi vive e parte di una collettività. È da questo dato di fatto che parte il progetto di portare il teatro nelle carceri.

La sperimentazione è partita nel 2014 nelle carceri di Ferrara, Bologna, Castelfranco Emilia, Forlì, Parma e Reggio Emilia e circa un anno dopo era già stato realizzato un documentario sul lavoro fatto su passi della ‘Gerusalemme Liberata’ di Tasso. “Questa iniziativa ha dimostrato di saper coinvolgere i carcerati, di far riversare loro energia e tempo libero in un lavoro di gruppo in cui possano avere libertà di espressione- racconta il regista Eugenio Sideri-. Occorre molto lavoro, molta pazienza per mettere a proprio agio persone spesso non abituate a comunicare”.

Il clou della mattinata è stato poi l’incontro-lezione di Gherardo Colombo che ha catalizzato l’attenzione dei giovanissimi partecipanti cercando di portare l’idea di carcere nel loro quotidiano. Il magistrato è partito dallo stereotipo che vede nel carcerato, e nel carcere in generale, il male assoluto, un luogo di punizione lontano dalla vita quotidiana di ognuno di noi, per poi dimostrare quanto possa essere frequente imbattersi nel corso della vita in questo luogo.

“Il carcere è un argomento di pancia, serve a rassicurare – spiega il magistrato -. Un po’ come quando eravamo bambini e, dopo avere visto un film horror, andavamo a dormire nel lettone, non perché vi fosse una minaccia reale, ma per sentirci rassicurati. Il carcere invece, in molti casi, rappresenta l’università del crimine poiché vivere a stretto contatto con altri detenuti favorisce la reiterazione della delinquenza: ben 68 ex carcerati su 100 ritornano in carcere dopo poco che sono in libertà”.

Molto diffuso è anche lo stereotipo che vede nell’immigrazione la causa di un aumento di reati gravi, come gli omicidi. “A dispetto di quanto si crede, tutti i reati sono in calo negli ultimi anni e, addirittura, gli omicidi calano di anno in anno da sedici anni a questa parte – sottolinea Colombo -. Nonostante la percezione, gli omicidi avvengono per lo più all’interno delle mura domestiche, tra gli affetti. Quindi forse è meglio mettere la porta blindata alla nostra camera da letto piuttosto che all’uscio di casa”.

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