Politica
24 Maggio 2018
Nicola ‘Naomo’ Lodi, residente in un alloggio popolare, sanzionato per interventi non autorizzati. “Ho chiarito già tutto”

La Lega contro i ‘furbetti’ Acer. Ma si scopre che il suo segretario è tra questi

di Marco Zavagli | 3 min

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Gli alloggi popolari sono un bene collettivo. E su questo la Lega, a Ferrara e provincia, assicura di non voler fare sconti a nessuno e, anzi, di voler smascherare tutti gli eventuali ‘furbetti’. Tant’è che nel capoluogo è stata di recente depositata una interpellanza da parte del consigliere Giovanni Cavicchi per chiedere lumi al sindaco su un sospetto abuso in un alloggio di Barco. 

L’esponente del Carroccio in consiglio comunale sottolinea come “si tratta di patrimonio immobiliare pubblico” e chiede giustamente al Comune di “verificare il pedissequo rispetto della normativa vigente”.

Allo stesso modo a Bondeno, comune con sindaco leghista, l’assessore Cristina Coletti ha rassicurato i cittadini che “occupazioni di case, abbandono delle medesime, allargamenti non comunicati del nucleo familiare e casi di morosità finiscono tutti sotto la lente attenta dell’accertatore”.

L’osservanza delle regole – afferma Coletti – è alla base della giustizia sociale e della concessione degli alloggi di edilizia popolare”.

C’è ora da chiedersi se il consigliere della Lega Cavicchi e la giunta a guida leghista di Bondeno siano a conoscenza che proprio il segretario comunale di Ferrara della Lega è incappato in più di una irregolarità.

Nicola “Naomo” Lodi risiede da anni in un alloggio Acer. E da un recente sopralluogo di un tecnico dell’Agenzia per la casa (ottenuto dopo un mese di vani tentativi) si scopre che il patrimonio immobiliare pubblico in dotazione a Lodi ha subito diverse modifiche. Nel balcone sono comparsi una antenna parabolica e due climatizzatori non autorizzati. All’interno dell’appartamento risultano effettuati diversi lavori sempre senza autorizzazione, come il rifacimento totale della pavimentazione e la posa di rivestimenti in ceramica su alcune pareti.

Acer ha quindi sanzionato Lodi e gli ha intimato di sanare le violazioni e uniformarsi alle prescrizioni. Insomma, di rispettare, direbbe l’assessore Coletti, la “osservanza delle regole che è alla base della giustizia sociale e della concessione degli alloggi di edilizia popolare”.

Ma non è finita qui. Lodi non avrebbe nemmeno comunicato l’allargamento del nucleo familiare. All’anagrafe infatti risultano residenti nell’alloggio ben cinque persone. Tra queste anche la compagna del segretario della Lega, che però risulta proprietaria di una unità abitativa a Ferrara, e quindi senza titolo per risiedere in un alloggio popolare.

Ma dal segretario della Lega di Ferrara non è arrivata alcuna comunicazione in merito al modificato nucleo familiare ad Acer. Da qui una lettera che avvisa l’intestatario di come questo fatto potrebbe comportare una variazione nei termini di locazione non corrispondente alla reale situazione reddituale, dalla quale potrebbe discendere una indebita percezione di prestazioni sociali agevolate. Una cosa inammissibile per la Lega di Ferrara e provincia.

Contattato per una replica, Lodi si sofferma solo sul nucleo familiare allargato, sostenendo che “sono solo quattro le persone residenti: io, la mia compagna (rimasta saltuariamente per il semplice motivo che lavora in Italia) e i miei due figli”.

Quanto alla casa di proprietà della convivente, “si tratta di un rudere, c’è solo un cantiere: è inagibile e io ho inoltrato la dichiarazione di inabitabilità ad Acer”. Al catasto però l’immobile risulta classificato come residenza abitativa.

Quanto alla quinta persona di nazionalità albanese che figura residente, “si tratta del figlio della mia ex moglie che è venuto a Ferrara per tentare l’esame di ammissione all’università. Non lo ha passato ed è andato via. Non ha mai avuto la residenza ed è rimasto nella casa solo per due giorni”. La persona in questione risulta però risiedere nell’appartamento dal dicembre 2016 ad oggi. “Io avevo fatto subito la cancellazione presso il Comune – spiega Lodi -, ma la procedura richiede un anno e mezzo di tempo e ho informato l’Agenzia di questo”.

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