Caro Davide,
i tuoi commenti storici sono come sempre interessanti; però sai meglio di me che larga parte del movimento di liberazione non si ispirava a prinicipi democratici o liberali, ma si batteva, spesso coraggiosamente e in buona fede, per l’instaurazione di un regime socialista nel nostro paese; Stalin, col patto Molotov-Ribbentrop, fu alleato di Hitler (esattamente come Mussolini) fino a giugno del 1941, spartendosi con il III Reich l’Estonia, la Lettonia, la Lituania e la Polonia, ove furono compiute atrocità e deportazioni, culminate con il massacro di migliaia di ufficiali dell’esercito polacco alle fosse di Katyn. Gli oppositori di Hitler finivano negli orrendi campi di concentramento che hai citato, quelli di Stalin finivano in Siberia, sia che fossero sovietici, sia che fossero baltici o di altre nazionalità.
Non migliori furono gli epigoni del marxismo sovietico, primo fra tutti il maresciallo Tito e i suoi accoliti sloveni e croati, i quali risposero alla nostra incivile occupazione con la pulizia etnica dell’Istria e della Dalmazia, in un misto di vendetta e rivoluzione; furono coinvolti in questa paranoica operazione anche i garibaldini friulani, di Mario Toffanin, autori della strage delle malghe di Porzus, che segnò la fine del movimento unitario di liberazione nel Friuli, ed è inutile sottolineare come anche altrove, nel nord Italia, furono compiuti eccessi a stento frenati dalle altre componenti del CLNAI.
Caro Davide, non sei fazioso perché elenchi dati autentici, ma semmai perchè non parli di un pezzo fondamentale per capire cosa fossero le ideologie omicide, tutte quante. E se siamo a discutere liberamente oggi, lo dobbiamo, almeno a Ferrara, ai sudafricani, indiani, inglesi, scozzesi e gallesi dell’ottava armata britannica: in settanta anni, nella nostra città, nessuna istituzione ha sentito la necessità di un memoriale a ricordo del loro sacrificio. Speriamo che qualcuno possa occuparsene in futuro…
Andrea Rossi