Lettere al Direttore
8 Maggio 2018

Amore a parole e vero amore

di Redazione | 2 min

(Risposta alla lettera “Repubblichini, non tutti fanatici e criminali” di Giorgio Fabbri ed a qualche commento…)

Anche chi picchia le compagne o le mogli dice di essere innamorato di loro. Anche costoro le amano “a modo loro”.

Credo che aver cancellato le libertà politiche e sindacali, chiuso giornali, aver instaurato una dittatura, essersi alleato con Hitler, aver promulgato le leggi razziste (non è un errore di scrittura), averci trascinato in una guerra folle conscio della sconfitta certa, aver restaurato il fascismo con una repubblica fantoccio, aver consegnato cittadini italiana di religione ebraica alla morte certa ad Auschwitz, aver contribuito in prima persona od indirettamente all’arrestato di 24.000 oppositori inviandoli nei vari Buchenwald, Mauthausen, Dachau, Bergen-Belsen, Dora, Sachsnausen, Flossenbourg, Natzweiler, Neuengamme, Ravensbruck, Grossrosen, Stutthof, aver agito in prima persona o collaborato con i tedeschi in oltre 5.000 eccidi e stragi (http://www.straginazifasciste.it/) aver affamato la popolazione italiana non sia la dimostrazione di un amore particolarmente caldo e coccolante nei confronti della propria Patria, Credo anche che non si tratti di un giudizio ma di una elencazione di dati di fatto. Mi si accuserà, forse, di essere fazioso, supponente e pieno di certezze ma no, non sono affatto ricolmo di sicurezze. In questo campo, ne ho solo una: che Don Giovanni Minzoni, Giacomo Matteotti, Giovanni Amendola, Carlo e Nello Rosselli, i martiri del muretto del Castello, del Doro, della Certosa, della Macchinina, del cimitero di Codigoro, di quello di Berra, Ludovico Ticchioni erano dalla parte giusta della barricata e se siamo qui oggi a discuterne è anche grazie a loro. Tutti gli altri avevano fatto una scelta sbagliata.

Davide Guarnieri

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