Politica
9 Maggio 2018
Giovedì incontro a Roma. L'assessore Modonesi propone di rinviare il cantiere di un mese. Critiche di Morghen (M5S)

Ponte sul Po. Incontro al ministero

di Redazione | 3 min

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È finalmente arrivata la convocazione di un tavolo ministeriale per trovare una soluzione ai tanti disagi previsti per la chiusura del ponte sul Po tra Ferrara e Occhiobello.

L’incontro – a cui sono invitate le amministrazioni comunale comunali di Ferrara e Occhiobello (la lettera è inviata anche a un “Comune di Pontelagoscuro”), le Regioni Emilia Romagna e Veneto, Anas e Autostrade – è fissato per il 10 maggio alle 15:30, a Roma.

Nel frattempo, in attesa che vengano trovate soluzioni, l’assessore comunale Aldo Modonesi ribadisce che “al momento non ci sono le condizioni per iniziare il cantiere sul ponte di Pontelagoscuro” e la necessità, già dichiarata nei giorni scorsi, di “istituire almeno una fermata aggiuntiva del treno a Santa Maria Maddalena”.

Partendo dal presupposto che “siamo a livello di operatività avanzato, dalla distribuzione dei Telepass fino al rafforzamento della linea 11 di Tper che raddoppierà passando per l’autostrada”, c’è comunque “amarezza” nelle parole di Modonesi. L’assessore proprio non riesce a digerire il secco “no” di Trenitalia per l’aggiunta di una fermata e sfodera anche l’ironia: “I 4 minuti tirati in campo da Trenitalia mi fanno ancora più sorridere. Proprio loro che parlano di 4 minuti rispetto ai loro standard a cui ci ha abituato…”.

Secondo Modonesi, infatti, il treno è un mezzo imprescindibile per affrontare l’emergenza che si verrà a creare a ponte chiuso: “Non graverebbe molto sulle spalle degli enti locali, mentre il trasporto pubblico ci costerebbe 180 mila euro e i pedaggi autostradali 150 mila euro più Iva”. Senza usare troppi giri di parole Trenitalia “mette in crisi le finanze e il sistema organizzativo”. Modonesi indica la strada da seguire e che probabilmente verrà prospettata anche al tavolo ministeriale: “Posticipare il cantiere di almeno un mese, a scuole finite: non creerebbe disagio ai 250 studenti che ogni giorno prendono l’autobus e permetterebbe di organizzare al meglio il trasporto su ferro”.  Poi ribadisce: “Così non ci sono le condizioni per iniziare, almeno finché non si organizzerà un incontro con il ministero coinvolgendo le amministrazioni locali, Anas, le Autostrade e Trenitalia”.

Sulla questione interviene anche Ilaria Morghen (M5S) con una dura critica all’amministrazione (racchiusa nella “pantomima del Pd e la politica di serie B per la provincia di Ferrara”) alla quale rivolge la sua proposta di prendere esempio dai lavori di ristrutturazione e consolidamento dei pilastri del ponte sul fiume Po, lungo la via Emilia (SS9) tra Piacenza ed il comune di San Rocco al Porto in Lombardia.

Questo intervento, effettuato nel 2008, ha consentito di eseguire i lavori nelle ore notturne per non bloccare la circolazione diurna e costringere i numerosi pendolari a dover utilizzare l’autostrada. Un accordo con Anas – con relativo appalto a una ditta esterna – che potrebbe, secondo la consigliera pentastellata, essere trovato anche per il ponte sul Po, altrimenti “rimane il dubbio che non tutte le strade per la ricerca di una soluzione più equa e meno onerosa per i cittadini siano state percorse e anzi si proceda con lo scaricare su questi ultimi gli oneri e i disagi maggiori”.

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