I lavori sul ponte sul Po non s’hanno da fare. Almeno, non a queste condizioni. Non con tutte le incognite che aleggiano sui problemi provocati dai 4 mesi di chiusura. Parola degli amministratori e dei tecnici dei due Comuni coinvolti al di qua e al di là del Po che lunedì pomeriggio si sono incontrati per fare il punto della situazione a due settimane dall’inizio dei lavori. E avanzare la minaccia di boicottare il cantiere.
“Ad oggi le condizioni per far partire il prossimo 21 maggio il cantiere di Anas relativo al ponte sul fiume Po, tra Pontelagoscuro e Santa Maria Maddalena, non ci sono” scrivono in una nota congiunta i Comuni di Ferrara e Occhiobello.
“Fin da subito abbiamo detto che eravamo disposti a fare la nostra parte, anche finanziaria, purché ci fosse da parte di tutti gli attori la volontà di ridurre i tempi e i disagi dei nostri cittadini” ricordano le due amministrazioni che però hanno dovuto fare i conti con l’indisponibilità di Autostrade a rendere gratuito il pedaggio (a carico quindi degli enti locali), con il no di Trenitalia (che ha bocciato le fermate aggiuntive per via di un ritardo di 4 minuti) e la totale assenza del Ministero.
“In queste settimane abbiamo amaramente constatato l’indisponibilità di alcuni attori e il silenzio di altri – conferma l’assessore Aldo Modonesi -. Abbiamo constatato anche come la soluzione dei problemi e il loro importante onere finanziario ad oggi rischino di cadere unicamente sulle spalle degli enti locali, sia che si tratti di pedaggio autostradale (150mila euro più Iva), di trasporto pubblico locale (altri 150mila euro) o di servizi alternativi come quello di un collegamento fluviale con il traghetto, ancora da valutare”.
Una “gestione finanziaria pesante e non sostenibile” se caricata solamente sulle spalle di Comuni e Regioni. Nonostante il ‘muro’ dei soggetti coinvolti e le problematiche relative, l’ora X si avvicina. Per questo “riteniamo sempre più urgente – scrivono gli amministratori ferraresi e occhiobellesi – che la richiesta di incontro avanzata ormai 45 giorni fa dalle Regioni Emilia Romagna e Veneto al Ministero dei Trasporti trovi una immediata convocazione, in modo da avere risposte definitive, adeguate e sostenibili finanziariamente ai temi sollevati”.
Nel ribadire la disponibilità a essere parte, anche economica, alla risoluzione del problema e dei disagi, i Comuni non possono che riaffermare che “fino alla convocazione del tavolo in sede ministeriale non sussistono per noi le condizioni per la partenza del cantiere, riservandoci inoltre ogni azione conseguente a tutela delle ragioni dei cittadini di entrambe le sponde rivierasche”. Tradotto: un blocco del cantiere.
“Un appello duro che speriamo venga accolto a breve – aggiunge l’assessore Modonesi, che auspica una convocazione in Ministero nei prossimi giorni -. Mi stupirei di dover immaginare il blocco del cantiere, come mi stupisco che ci si metta tutto questo tempo per far attivare il governo che deve rispondere alle nostre legittime richieste. Solo Anas ce l’ha messa tutta per garantire la riduzione dei tempi dei lavori, ma le abbiamo già comunicato che per noi non esistono proprio le condizioni per partire. Ha capito le nostre ragioni, ma speriamo di non dover arrivare a tanto”.
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