Politica
20 Aprile 2018
La consigliera regionale Sensoli torna alla carica sul presunto ammanco per la realizzazione dell'ospedale e scrive e Procura, Corte dei Conti e Anac

“Buco da 100 mln per Cona”. Triplice esposto del M5S

di Redazione | 3 min

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La consigliera regionale del M5S Raffaella Sensoli torna alla carica sul presunto buco da 100 milioni di euro per la costruzione dell’ospedale di Cona, presentando un triplice esposto indirizzato a Procura, Corte dei Conti e Autorità nazionale anti-corruzione.

Secondo la consigliera pentastellata – che aveva denunciato pubblicamente già a gennaio l’esistenza (presunta) di un ammanco nei conti –  il buco avrebbe addirittura legami con il crac di Carife.

“I chiarimenti che ci aspettavamo da parte della Regione non sono mai arrivati, anzi. Le risposte che ci sono state fornite non hanno fatto altro che confermare la nostra tesi. Per questo – spiega Raffaella Sensoli – abbiamo deciso, così come avevamo annunciato, di portare tutte le carte in nostro possesso in Procura e segnalare il caso sia alla Corte dei Conti che all’Anac in modo che si possano fare tutti gli accertamenti del caso”.

La tesi contenuta nel triplo esposto presentato dalla consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle è che la realizzazione dell’ospedale si è basata su un vero e proprio sistema di finanza creativa, sostenuto con un debito e non con reali investimenti pubblici. Il riferimento è sia al finanziamento che l’Inail nel 2009 si era impegnata a versare nelle casse dell’Azienda ospedaliera per la realizzazione del nuovo nosocomio ferrarese (più di 65milioni di euro che però non arrivarono visto che nel 2012 l’Inail decise di non procedere più all’acquisto dell’immobile) e sia al mancato incasso dei soldi (30 milioni di euro) provenienti dalla vendita del Sant’Anna di via Giovecca. “Nelle varie risposte alle nostre interrogazioni sia la Regione che l’Azienda ospedaliera hanno fornito delle spiegazioni incomplete e totalmente inesatte – aggiunge Raffaella Sensoli – In tutti gli atti citati la spesa ‘a debito’ nella presunzione delle entrate ‘certe’ Inail sono infatti precedenti alla comunicazione di recesso unilaterale Inail dell’agosto del 2012; successivamente a tale data non solo non si è proceduto a ricorrere contro la decisione dell’Inail, ma si è continuato a spendere in spesa corrente ed a citare nelle deliberazioni, negli atti, persino nel certificato di collaudo, l’esistenza di questo finanziamento ormai inesistente. Persino nella Delibera di approvazione del Collaudo, a quattro anni dall’ormai chiara volontà dell’Inail di non portare a termine la procedura di acquisto di una parte dell’ospedale, è riportata la cifra come un’entrata certa mentre tutti ormai sapevano che non lo era più. Ecco perché – conclude Sensoli – crediamo che a pronunciarsi su questa vicenda debba essere la magistratura e i giudici contabili in modo da dissipare ogni dubbio su quello che a nostro avviso resta uno dei più grandi scandali della sanità della nostra regione. Il nostro obiettivo è quello che il bilancio dell’azienda ospedaliera venga sanato con risorse regionali, azzerando così la grave posizione debitoria nata dai casi che abbiamo svelato, e garantire così ai cittadini quella garanzia sanitaria che meritano all’interno di Cona”.

Già a gennaio il direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Ferrara, Tiziano Carradori, aveva risposto a Sensoli, spiegano che in realtà non ci sia nessun ammanco. Secondo quanto spiegato dal dg, “nell’attesa della dismissione dell’ex Sant’Anna di Corso Giovecca a Inail, la Regione ha finanziato in conto capitale i 30 milioni mancanti”. Per quanto riguarda invece il mancato introito derivante dal dietrofront di Inail, sempre Carradori aveva spiegato che i 65 milioni fossero stati assegnati dalla Regione all’azienda ospedaliera nel 2009 attraverso una anticipazione di cassa: “Ora l’azienda ospedaliera ha un debito di pari importo nei confronti della Regione. Ma con Carife non c’entra nulla”. Questo significa che l’esposizione debitoria del Sant’Anna è verso la Regione stessa e non verso la fu banca cittadina. Sarebbero inoltre in corso contatti tra Regione e Inail per capire se e come finalizzare l’accordo.

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