Mettere in pratica delle azioni concrete per tutelare la sicurezza degli autisti e dei controlli sugli autobus. È la soluzione proposta in un ordine del giorno del Pd per garantire la sicurezza sui mezzi pubblici in un momento in cui gli episodi di aggressività, maleducazione e violenza hanno raggiunto l’exploit.
Un disagio che si è trasformato in un vero e proprio allarme per i dipendenti Tper. “Il bus è diventato il Far West, manca un minimo di buonsenso e di educazione civica da parte di moltissimi passeggeri” tuona il conducente Paolo Tamisari, mentre il suo collega Mauro Morara annuisce e conferma: “Il fenomeno di malcostume, inciviltà e indifferenza sta peggiorando nell’ultimo periodo”.
“Io ho già subìto cinque infortuni per aggressione in tre anni, così come tanti miei colleghi che vengono spintonati e buttati per terra (e una volta anche morsi al braccio) da chi vuole scappare perché non ha il biglietto” sbotta Michele Pazzi, di professione controllore, che non nasconde come “questi episodi vengano soprattutto da persone di etnia africana”, una dicitura che dice di essere abituato a scrivere nel rapporto.
Le rimostranze rimbalzano veloci tra le mura del circolo Pd in via Ortigara, dove Luigi Vitellio e Vito Guzzinati hanno invitato i lavoratori Tper alla presentazione dell’odg, “in cui chiediamo sostanzialmente due tipi di azioni – spiega il segretario provinciale -: strumenti di deterrenza come le telecamere e strumenti di prevenzione con attività di educazione civica nelle scuole e nei centri di accoglienza“.
Questi “episodi odiosi per i dipendenti Tper”, come li ha definiti lo stesso Vitellio, sono stati la “molla che ci ha fatto scattare perché non si tratta più di una semplice evasione tariffaria ma di un problema di carattere sociale che mette a rischio la dignità lavorativa dei singoli dipendenti e la qualità del servizio” puntualizza il consigliere comunale Guzzinati, il quale sollecita il Comune ad “attivare un tavolo in prefettura che coinvolga Tper e Ami per monitorare le criticità, far intervenire le forze dell’ordine in casi particolari e attribuire maggiori competenze e strumenti più efficaci ai controllori che, debitamente formati, possono gestire meglio i conflitti durante le operazioni di controllo dei documenti”.
I diretti interessati puntano di più su una “campagna di sensibilizzazione permanente” – anche perché “con la campagna ‘Io vado e non evado’ le buone maniere sono durate una settimana, poi tutto è tornato come prima” – e sulla videosorveglianza a bordo perché “le attuali telecamere, chiamate road scan – spiega il personale Tper – sono insufficienti, non hanno l’audio e sono impostate per registrare solo frenate brusche e possibili incidenti”.
Ma i rischi che si corrono, come riferito dagli autisti, sono diversi: dai passeggini aperti che ostruiscono il passaggio (“una volta ne ho contati otto contemporaneamente”) ai problemi di accesso dei passeggeri disabili (“la pedala elettrica si blocca, lo dobbiamo fare manualmente”) e, in generale, al mancato rispetto delle ‘regole di viaggio‘ esposte sui bus.
Più limitato, almeno nell’arco temporale, il fenomeno dei “ragazzini incivili che causano qualche problema all’entrata e uscita da scuola, ma a volte hanno anche ragione perché gli autobus sono stracarichi”. Un afflusso che rappresenta una delle ragioni della bocciatura della proposta di Rendine (Gol) di inserire dei tornelli, “che rallenterebbe le operazioni di carico senza dare risposte adeguate come dimostrato dalla sperimentazione a Bologna”.
Una situazione difficile vissuta da 14 addetti al controllo, suddivisi in 4 per turno (7 ore al mattino o al pomeriggio-sera), al centro dell’attenzione anche del consigliere regionale Paolo Calvano che ha depositato una’interrogazione in Regione per chiedere proprio una “intensificazione dei progetti nelle scuole, interventi di videosorveglianza sui mezzi pubblici con i finanziamenti dedicati previsti nel triennio 2018-2020, attivazione del tavolo provinciale tra le forze dell’ordine e le varie parti coinvolte”. Con l’obiettivo ultimo, ricorda Calvano, di “arginare gli episodi di violenza, aggressività e maleducazione che sono cresciuti a dismisura, dall’episodio di bullismo sui treni contro un disabile alle quotidiane liti sui bus ai danni dei conducenti e del personale addetto alla verifica dei titoli di viaggio”.
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