Al Laboratorio Civico non è piaciuta la presenza degli stand di produttori enogastronomici che questo weekend ha popolato il Listone e attacca l’assessore Roberto Serra.
Secondo il movimento la manifestazione “Il cibo è chi lo fa” è “la prima di una lunga serie che, come avviene ormai da qualche anno, si svolgono nella nostra bellissima Piazza Trento e Trieste in tutto il periodo primaverile e estivo. Questi eventi, prettamente a tema enogastronomico, tolgono linfa alle piccole economie locali perché attirano l’attenzione dei turisti e li distolgono dal ricercare botteghe e locali tipici dei centri storici. In alcune città, che vantano centri storici ricchi di piccole botteghe e ristoranti, le hanno intelligentemente spostate in zone meno centrali”.
L’attacco all’assessore, accusato di avere la memoria corta, avviene perché sei mesi fa (a novembre, ndr) avrebbe promesso uno stop alle manifestazioni a tema cibo, ma il Laboratorio Civico gli attribuisce – virgolettandole erroneamente – affermazioni che l’assessore non ha pronunciato: “Stop a nuove manifestazioni sul cibo” e “l’orientamento dell’amministrazione sulle principali piazze del centro cittadino è chiaro: un tendenziale stop ad eventuali nuove richieste di manifestazioni aventi come tema il cibo”. Si tratta di affermazioni tratte da un nostro articolo, ma in alcun modo attribuite direttamente a Serra, che facevano una sorta di summa di quanto annunciato da Serra, peraltro in contesto probabilmente diverso da quello preso in considerazione dal Laboratorio Civico: gli eventi di street food in cui si mangia in strada, che negli ultimi anni sono cresciuti di numero e che avevano provocato molte critiche, fra le quali delle dell’Ascom, mentre ‘Il cibo è chi lo fa’ è più una vetrina delle specialità regionali italiane.
Per il laboratorio l’evento è comunque deprecabile nella sua collocazione, perché penalizzerebbe gli esercizi commerciali del centro: “Piccoli gazebi costruiti ad hoc, zeppi di salumi, formaggi, prodotti da panificazione, e tanti altri cibi, ovvero le stesse tipologie di cibo che vendono anche i nostri negozi e piccole botteghe del centro e che danno lavoro a migliaia di famiglie ferraresi, che già faticano a rimanere aperte, tra tasse, degrado del centro storico e concorrenza sleale della Gdo. Le stesse piccole botteghe che però tengono vivo il centro storico tutto l’anno e lottano per questo ogni giorno”.
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