Attualità
6 Aprile 2018
La Consulta interregionale avvia un accordo tra Regioni, Province, forze di polizia e associazioni di pescatori 

Stop al bracconaggio, “urge un piano di lotta contro i pescatori di frodo”

di Redazione | 3 min

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La pratica illegale e immorale del bracconaggio ittico sta progressivamente depauperando le acque di moltissimi fiumi e canali in tutta la pianura padana mettendo a repentaglio la vita acquatica dell’intera area di bacino del fiume Po.

Dai resoconti puntuali degli uffici di Polizia Idraulica risulta che questo tipo di attività illecite siano programmate e pianificate attraverso una vera e propria organizzazione delinquenziale che fa leva su gruppi coordinati tra loro in aree di azione determinate.

Queste bande prelevano periodicamente dai corsi d’acqua quantitativi ingenti di pescato – che possono variare da alcuni quintali fino ad alcune tonnellate – utilizzando metodologie vietate, dannosi per l’intero ecosistema, talvolta inquinanti e distruttive per l’intera fauna ittica dei bacini presi di mira.

E’ per queste ragioni che con massima urgenza, presso la sede dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po a Parma, si è tenuto un incontro operativo della Consulta Interregionale per la gestione sostenibile e unitaria della pesca e della tutela del patrimonio ittico del fiume Po. “Occorre infatti individuare rapidamente un percorso condiviso e soprattutto concreto nella fase di attuazione – spiega la consulta – che porti al più presto alla redazione di un Piano Antibracconaggio su tutto il grande fiume e i suoi affluenti di bacino”.

“Massima sinergia” dunque tra gli attori dell’incontro che si sono stretti attorno alla necessità impellente di “creare strumenti adeguati alla dimensione della criticità per fornire soluzioni comuni e praticabili alle diverse realtà territoriali coinvolte”. Seguendo ed ampliando il modello virtuoso attuato a Mantova negli ultimi due anni, in cui le istituzioni hanno sperimentato un percorso comune di lotta al bracconaggio ittico sotto il coordinamento delle prefetture, da oggi anche in tutto il bacino del Po saranno coinvolte per il raggiungimento dello stesso obiettivo le Regioni, le Province, le forze di polizia e le associazioni di pescatori sentinelle del reticolo sul territorio.

“È fondamentale che tutte le Regioni del bacino del Po collaborino insieme attivamente – ha rimarcato Simona Caselli, presidente in carica della consulta e assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna – per dare finalmente una risposta adeguata al problema del bracconaggio che sta mettendo a rischio il patrimonio ittico del Po e sta compromettendo le prospettive di sviluppo turistico e di fruizione diffusa dell’intero fiume”. Il pensiero della presidente Caselli è stato ampiamente condiviso dai rappresentanti delle Regioni Lombardia, Veneto e Piemonte.

“Più che un tema da affrontare quello del bracconaggio sta diventando una vera e propria calamità da arginare con mezzi adeguati e l’Autorità di Bacino metterà a disposizione tutte le proprie competenze e la propria esperienza di coordinamento delle attività interregionali legate al fiume Po” ha dichiarato il segretario generale dell’Autorità di Bacino Meuccio Berselli. 

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