Attualità
31 Marzo 2018
"Il sistema ha fallito, miseramente e costosamente: nessuna riduzione dei costi, abbandoni ovunque e ora pure le telecamere sottratte al Gad"

Calotte, Mi Rifiuto: “Ribellione sociale, mandiamo a casa Ferri”

di Redazione | 3 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

“Dopo i rifiuti sparsi per la città (e si diceva che il fenomeno era in calo), le fototrappole sottratte al Gad, il call center che era totalmente disinformato su come funziona il regolamento rifiuti, ora mancano pure i sacchetti…”.

L’amara constatazione sull’ultimo disservizio di Hera, che non ha rifornito la stazione ecologica dei sacchi per la raccolta differenziata, è lo spunto del comitato Mi Rifiuto per chiedere le dimissioni dell’assessore all’Ambiente Caterina Ferri che ha bacchettato la multiutility proprio per evitare simili disagi ai ferraresi.

“Il trambusto mediatico che costrinse l’assessora Ferri a redarguire pubblicamente Hera una prima volta fu per la nostra segnalazione sul disservizio del call center – riferiscono i membri del comitato -, che non sapeva neanche spiegare ai cittadini come avere le riduzioni per pannoloni e, fatto ancor più grave, non sapeva dare indicazioni su come vengono conteggiati i conferimenti”.

“La stessa assessora sostenne in consiglio che il fenomeno dell’abbandono era in netto calo, mentre i giornali locali aprono pagine ad hoc sulle foto del disservizio quotidiano – notano gli anti-calotte -. E’ uscita persino una determina della polizia che destina le fotocamere per la sicurezza del Gad alle auto di Hera per controllare i cassonetti. È stato approvato un regolamento che ha avuto il pregio di mettere tutti d’accordo su quanto è mal fatto e una tariffa che equipara un single a un ristorante in quantità conferibile. Una presa in giro totale, assurda, irreale”.

“Qualcuno in municipio si è chiuso nel suo ufficio e non ha la più pallida idea di cosa avviene nelle vie di Ferrara – attacca il comitato -. La miopia politica è poco tollerabile e la perseveranza diabolica nell’errore necessita di un sussulto democratico di ribellione sociale. Questa città deve portare la Ferri fuori dall’assessorato che non sa assolutamente gestire, è ora che torni a casa sua con la sua tessera smeraldo”.

“Il sistema calotte ha fallito, miseramente e costosamente – ribadisce il comitato Mi Rifiuto -. Non abbiamo letto della riduzione della Tari in bilancio, approvato a dicembre, come era stato promesso. La città non ha visto ridurre i costi (anzi aumenteranno prevedibilmente) e gli abbandoni sono ovunque. La polizia perde tempo a visionare filmati di cassonetti mentre un intero quartiere è in mano alla delinquenza. Cosa dobbiamo subire ancora? Vedere magari i 150mila euro dell’osservatorio gestito dalle solite associazioni vicine al sindaco? Sarebbe la beffa finale degna di questa moderna tragedia urbana”.

Infine, “vogliamo i dati sulla qualità della differenziata, perché non crediamo ai numeri trionfali dell’aumento della quantità a riciclo. Lo vediamo tutti, tutti i giorni, cosa finisce nel riciclo. Vediamo quello che la Ferri nega dall’alto del suo ufficio. I fallimenti si pagano. E qui non devono pagare i cittadini ma l’amministrazione. Ferri: a casa! Basta con le percezioni pure sui rifiuti”.

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