Lettere al Direttore
8 Marzo 2018

Militanza nella Fiom e voto al M5S

di Redazione | 3 min

…. militanza nella Fiom vs voto al M5S…
Vuole significare qualcosa presentare questo confronto alla stregua di una sfida in cui ci sarebbe un vincente (M5S) e un perdente (Fiom)? Se sì, mi sfugge il nesso logico. Evidentemente, Marco Zavagli, di cui apprezzo l’intelligenza, vuole rappresentare una situazione a me sconosciuta.

Tuttavia non mi pongo la domanda sul perché abbia voluto evidenziare la militanza Fiom di un lavoratore che ha dichiarato di votare M5S. Piuttosto ritengo opportuno e utile sottolineare come tra gli iscritti alla Fiom ci siano lavoratori e lavoratrici che hanno scelto di votare per il Pd, LEU, Potere al popolo, M5S, Lega. Questo, secondo me, é il risultato della crisi della rappresentanza politica, in conseguenza del fatto che negli ultimi 25 anni le forze politiche che si sono succedute al governo, chiudendosi in una asfittica aureferenzialità, non hanno dato risposte alle esigenze e aspettative dei lavoratori.

In questo contesto l’autonomia e la coerenza della Fiom Cgil sono comunque riconosciuti; prova di rappresentare al meglio i lavoratori, i loro interessi e diritti. Indipendentemente dal Governo in carica. La Fiom è scesa in piazza contro le scelte del Governo Renzi, contro quelle del Governo Monti e Berlusconi prima. La crisi della rappresentanza non ci ha colpiti in maniera così grave come ha colpito i partiti, proprio perché i lavoratori apprezzano l’autonomia dalla politica e la capacità di contrattare le loro condizioni di lavoro.

La Fiom e la Cgil si riconoscono in valori che definirei assoluti e non derogabili. Valori come antifascismo, integrazione, solidarietà fanno da sfondo integratore di tutta l’attività sindacale. Come questi si possano conciliare poi con le scelte in cabina elettorale di ogni nostro iscritto è un tema sicuramente interessante, oggi più che mai, in presenza di scelte verso partiti che tengono su questi valori posizioni quantomeno non cristalline e/o ondivaghe.

Partiti, tra l’altro, come il M5S che teorizzano la disintermediazione sociale all’insegna del mantra 1 vale 1 anche nell’ambito del lavoro. Sicuramente il confronto con questi lavoratori-iscritti risulterà non scontato. Sarà un impegno della Fiom provare a fare comprendere che uno scenario che vede il sindacato marginalizzato indebolisce non solo il sindacato stesso ma anche, e soprattutto, i lavoratori.

L’equiparazione M5S vincente, partiti di sx e c-sx perdenti, e quindi Fiom perdente è un esercizio sbagliato oltreché scorretto e non accettabile. L’autonomia della Fiom non può essere messa in discussione. Sono i fatti a dimostrarlo. Sono i lavoratori a confermarlo.
Autonoma e coerente con i propri principi e valori continuerà ad esserlo anche nel confronto con lavoratori che orientano il proprio voto verso partiti i cui vertici hanno idee un po bislacche verso democrazia, tolleranza, integrazione. La Fiom non ha quasi 117 anni per caso…..non teme il confronto. Lo persegue con l’obbiettivo di emancipare le condizioni dei lavoratori.

Samuele Lodi Fiom Cgil Ferrara

 

Caro Lodi,

non c’è nessun nesso tra militanza nella Fiom e voto al M5S. E infatti nel mio editoriale non ho parlato di nesso tra i due soggetti. Prova ne è il fatto che Faccini, che prendo ad esempio, continua a militare nel sindacato. Il suo caso diventa emblematico in quello che ho scritto perché dai 18 anni in avanti afferma di aver sempre votato per la sinistra.

Concordo completamente sulla tua analisi sulla crisi della rappresentanza politica, dovuta in gran parte a “una asfittica aureferenzialità” che ha impedito di dare “risposte alle esigenze e aspettative dei lavoratori”. Ma non parlavo di questo. Il nesso partiva non dalla militanza nella Fiom ma dalla necessità di “trovare nuovi veicoli per i temi di antifascismo, uguaglianza, laicità, giustizia sociale”.

Con stima

mz

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