Politica
6 Marzo 2018
L'editoriale di Estense.com sul Pd dei suffissi di pensiero e della politica del 140 caratteri

Cari elettori, non siate dispiaciuti se avete perso questa sinistra

di Marco Zavagli | 3 min

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“Io fei gibetto a me de le mie case”. È la conclusione del XIII canto dell’Inferno. Un suicida fiorentino parla a Dante e Virgilio. I due poeti avevano appena assistito alla scena degli scialacquatori, sbranati da “nere cagne”.

Ho appena ascoltato il discorso delle dimissioni con l’elastico di Renzi, novello fiorentino suicida che più che appendere (letterariamente parlando) se stesso ha portato al suicidio il suo partito.

Poco prima avevo assistito, così come milioni di italiani, alla riduzione ai minimi termini del Pd, con i voti divorati dai fantasmi neri di destre e pentastellati.

Il risultato non mi ha meravigliato. Mi meravigliano, e infastidiscono, tanti commenti sconcertati dalla sconfitta causata dal “ritorno delle destre xenofobe, razziste, populiste, dell’antipolitica” eccetera eccetera. Vorrei fosse chiaro che Salvini, Di Maio, Meloni o chi per loro non hanno riempito da soli 23 milioni di schede elettorali. Le hanno riempite, penna in mano, altrettanti elettori. Molti dei quali pochi anni prima esultavano al miracolo, pardon miraggio, dell’autosufficienza del Partito democratico.

Come è possibile questa migrazione di massa di voti? Penso che la politica dei 140 caratteri, dei tweet buoni per tutte le occasioni, abbia esaurito gli effetti. Uno slogan è utile per vendere pentole la prima volta. Se diventa ripetitivo e la merce è scadente, la pentola rimane nella valigia.

Penso che lo scarso coraggio, la paura diciamola tutta, sul tema dello ius soli, la grossolana vendita delle auto blu su ebay, le soluzioni diverse e drammatiche per le crisi bancarie, il governo spacciato di responsabilità e sostenuto da Verdini e Alfano, abbiano semplicemente cosparso di sapone la corda. Quella del suicidio del partito.

Verrà ora, forse, un nuovo segretario. E possiamo già prepararci al triste rituale del cambio di suffisso che accompagnerà i più. Nel Pd abbiamo conosciuto molti fassiniani, molti bersaniani, molti franceschiniani, molti renziani. Peccato che fossero il più delle volte le stesse persone. Banderuole anticipatrici del vento propizio.

Appena sapremo il nome del nuovo condottiero sapremo anche il nuovo suffisso da appioppare a gran parte dei seguaci del premier di oggi. In tutta Italia come nella nostra Ferrara.

Cambieranno solo il suffisso dei propri pensieri però. Temo che continueremo a vederli postare foto sorridenti sui social. Ritratti non richiesti di come è bello andare a vedere la Spal, di come è democratico distribuire volantini elettorali. Di come è progressista sfottere gli avversari. Di come è utile la solita iniziativa culturale o sociale pagata ai soliti privati con i soliti soldi pubblici.

Cari elettori, siete tristi perché questa sinistra è stata sconfitta? Questa non è sinistra, non lo è mai stata. Viste le percentuali a sinistra del Pd, forse non esisterà più. Sarà necessario forse trovare nuovi veicoli per i temi di antifascismo, uguaglianza, laicità, giustizia sociale.

Alcuni l’hanno già fatto. Marzia Marchi, storica esponente locale del movimento ambientalista, aveva annunciato che dopo una vita passata a votare il simbolo della falce e martello avrebbe scelto i Cinque Stelle. Michele Faccini, operaio metalmeccanico della Berco che ha un blog su questo giornale, pur con anni di militanza nella Fiom ha scelto di votare Grillo.

A questi esempi gli scialacquatori dovrebbero pensare. E ricordarsi che non loro, ma altri prima di loro, andavano ai presidi degli operai a rischio licenziamento della Berco a Copparo. Portavano generi alimentari per passare il Natale in strada con gli operai licenziati della Oerlikon a Cento. Scendevano in strada se un diciottenne veniva ucciso per strada senza motivo.

No, cari elettori, non dovete essere dispiaciuti se avete perso questa sinistra.

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