Eventi e cultura
28 Febbraio 2018
Anteprima della mostra che apre al pubblico il 3 marzo per raccontare il passaggio di testimone dei maestri dell'800 e '900

Il Diamanti apre agli “Stati d’animo”, da Previati al futurismo

di Elisa Fornasini | 2 min

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“Sulle mostre, Ferrara gioca in serie A da tanti anni. Sono sicuro che questa esposizione avrà successo perché è l’ennesima operazione di grande qualità e rigore scientifico di Ferrara Arte che ha qualcosa da raccontare al pubblico, per parlare del proprio patrimonio e del resto del mondo”. È una mostra da ‘massima serie’ quella che il vicesindaco Massimo Maisto presenta a palazzo dei Diamanti, che sabato 3 marzo apre al pubblico “Stati d’animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni”.

Un viaggio immerso nell’oscurità per portare lo spettatore al centro del quadro in un affascinante racconto tematico che attraversa diversi stati d’animo: dalla melanconia all’abbandono nella rêverie, dall’abisso della paura alla liberazione delle pulsioni sessuali, dalla fusione estatica dell’amore all’entusiasmo degli impulsi vitali, fino all’epilogo futurista sulle dinamiche emotive e frenetiche della nuova città contemporanea.

Man mano che si attraversano le sale, ancora in allestimento, Chiara Vorrasi – che ha curato il percorso espositivo insieme a Fernando Mazzocca e Maria Grazia Messina – svela il passaggio del testimone tra i maestri dell’Ottocento e i giovani fondatori del rivoluzionario linguaggio del Novecento. A creare un ponte tra l’eredità ottocentesca dei maestri del simbolismo e divisionismo come Segantini, Pelizza da Volpedo e Morbelli e l’avanguardia futurista del nuovo secolo incanalata da Balla, Carrà e Boccioni ci pensa il ‘nostro’ Gaetano Previati.

Previati è l’artista di punta delle collezioni delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara – “ma era rimasto fuori dal circuito in vista della riapertura del Massari” interviene Maria Luisa Pacelli, direttore di Ferrara Arte – che ora merita un suo ‘cantiere di studio’ per “esplorare il suo ruolo nel panorama artistico italiano ed europeo” che aveva attirato le attenzioni dello stesso Umberto Boccioni, il quale riconosce in lui il capofila della nascente poetica futurista.

Il periodo di grande fermento e nevrosi della rivoluzione industriale viene ripercorso tra quadri, disegni, sculture e proiezioni, alcuni dei quali raramente concessi in prestito come la Risata di Boccioni proveniente dal Moma di New York e il trittico del sole di Previati di proprietà della Camera di Commercio di Milano. Se la neve ha ritardato l’arrivo di tre opere da Roma (il cui approdo è comunque previsto mercoledì), i veri protagonisti della mostra sembrano essere l’imponente Maternità di Previati, il trittico degli Stati d’animo di Boccioni e Ave Maria a trasbordo di Segantini. Ma sono tanti i capolavori da scoprire, anche di piccolo formato come le litografie di Munch. Con un unico denominatore comune: suggestione e ricerca in un viaggio nei territori dello spirito.

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