Politica
24 Febbraio 2018
Elezioni politiche 2018. “Cinque direttrici per cambiare l’Italia cooperando”

Le Cooperative presentano il loro manifesto ai candidati

di Redazione | 4 min

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Lavoro, innovazione, legalità, welfare e sostenibilità: sono queste le cinque direttrici su cui puntare per lo sviluppo del Paese secondo l’Alleanza delle Cooperative Italiane, che in occasione delle Elezioni ha prodotto un Manifesto politico per la costruzione di un futuro economico e sociale più equo e coeso.

I contenuti del Manifesto “Cambiare l’Italia cooperando” sono stati illustrati oggi dal Coordinamento ferrarese dell’Alleanza delle Cooperative Italiane in un incontro con i candidati e le imprese associate tenutosi nella sala conferenze della Camera di Commercio. Per le forze politiche, hanno raccolto l’invito di Legacoop Estense, Confcooperative Ferrara e Agci Ferrara e Ravenna Vittorio Ferraresi (M5s), Dario Franceschini (Pd), Cristina Coletti e Paola Peruffo (Forza Italia), Maura Tomasi (Lega Nord), Irene Bregola (LeU), Federico Messina (Partito Repubblicano – ALA), Deanna Marescotti (Insieme), Francesco Fersini (Civica Popolare).

La presentazione dell’Alleanza delle Cooperative, nazionale e territoriale, è stata curata da Nicola Folletti, portavoce del coordinamento ferrarese, che ha messo in evidenza il ruolo, la longevità e la resilienza delle imprese cooperative. Nella nostra provincia l’Alleanza rappresenta circa 200 imprese, 160.000 soci e oltre 12.000 occupati, con una presenza femminile del 59%.

Ai candidati presenti Folletti ha chiesto e garantito un atteggiamento cooperativo, perché “è importante andare oltre i pregiudizi verso la cooperazione e impegnarci ad un dialogo e confronto continuo. Vi chiediamo di non dimenticare il territorio una volta eletti e di inserire la cooperazione nei vostri programmi”. Per l’Alleanza delle Cooperative la disponibilità al dialogo, però, “non può essere estesa anche a quei partiti che si ispirano dichiaratamente al fascismo. È per questo che abbiamo fatto la scelta chiara di invitare all’incontro tutti i partiti, tratte Forza Nuova e Casa Pound. Partiti che, a nostro parere, non dovrebbero nemmeno comparire su una scheda elettorale, in quanto si ispirano a principi antidemocratici messi al bando dalla nostra stessa Costituzione”.

L’incontro si è incentrato sui contenuti del Manifesto. Sempre Folletti ha illustrato il tema della legalità, principale presupposto dell’attività economica e della convivenza civile. “L’illegalità altera la concorrenza, danneggia l’economia, mortifica le persone. Le false cooperative – e le imprese irresponsabili che le utilizzano e le creano – sono il primo nemico delle cooperative vere. Ed è per questo che chiediamo più impegno per l’approvazione della legge di iniziativa popolare sostenuta da oltre 100.000 firmatari e una maggiore attenzione alla responsabilità solidale dei committenti, che appaltano al ribasso”. Un obiettivo su cui tutti i candidati hanno promesso il proprio impegno, per arrivare nel più breve tempo possibile all’approvazione del testo di legge.

La parola è poi passata al presidente di Legacoop Estense Andrea Benini. Sul tema del lavoro, Benini ha evidenziato che “al crescere del fatturato, generalmente le cooperative tendono ad aumentare l’occupazione, che all’89% è con contratti a tempo indeterminato, anziché il profitto. Le cooperative non delocalizzano perché restano dove sono i soci. Chiediamo a tutti maggiore impegno nel contrastare la concorrenza sleale di chi non applica i contratti di lavoro”. Il quadro di contesto è piuttosto preoccupante, come delineano i dati dell’indagine Censis/Confcooperative: con la crisi sono saliti a 3,3 milioni i lavoratori nel sommerso in Italia, mentre quelli sfruttati dalle false cooperative sono circa 100.000. Nel periodo 2012-2015 l’occupazione regolare si è ridotta del 2,1%, mentre l’occupazione irregolare è aumentata del 6,3%. Questo significa non solo mancanza di tutele, ma riduzione del salario medio (da 16 a 8 euro/ora), e un’evasione tributaria e contributiva quantificata in 107,7 miliardi di euro all’anno (periodo 2012-2014).

Anche alla luce di queste evidenze – ha affermato Benini – chiediamo la riduzione del carico fiscale sul lavoro dipendente, una maggiore partecipazione dei lavoratori nelle imprese, esenzione e incentivi per i workers buyout – le aziende salvate dai lavoratori in forma cooperativa – e la promozione di una cultura del lavoro che favorisca il protagonismo di genere e delle giovani generazioni”.

Passando al welfare, si è sottolineata l’importanza di uno stato sociale che deve continuare ad essere universalistico, equo ed accessibile e in cui le cooperative possono svolgere un ruolo di primo piano, gestendo i servizi dove il pubblico si dimostra meno efficiente. Per contrastare la povertà, si richiede inoltre di finanziare misure di sostegno al reddito che siano uniformi sul territorio, abbandonando la logica assistenziale.

Il terzo intervento, sui temi della sostenibilità e dell’innovazione, è stato del presidente di Confcooperative Ferrara Roberto Crosara: “le nostre richieste sono per la diffusione dell’economia circolare, incentivi per le imprese attente ad attuare piani di sostenibilità, misure per incentivare la lotta agli sprechi, promozione delle cooperative di comunità quale strumento di inclusione e responsabilizzazione per i cittadini e i territori”.

L’innovazione, infine, guarda verso le cooperative tra professionisti e le imprese culturali: “si chiede di superare gli impedimenti in ambito fiscale e previdenziale che ancora ostacolano la piena realizzazione di cooperative tra professionisti, il pieno riconoscimento della funzione sociale dell’impresa culturale, l’applicazione della normativa già esistente che consente forme innovative di gestione pubblico-privato in ambito culturale”.

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