Spettacoli
19 Febbraio 2018
Lucia Poli e Milena Vukotic si confermano signore del teatro in una commedia di donne

Le Sorelle Materassi riempiono il Comunale

di Redazione | 3 min

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Foto di Marco Caselli Nirmal

di Federica Pezzoli

Di nuovo un tutto esaurito per il Teatro Comunale Claudio Abbado con le “Sorelle Materassi” di Aldo Palazzeschi interpretate da Lucia Poli, Milena Vukotic. Le “Sorelle Materassi” sono figure iconiche nate nel 1934 dalla penna di Aldo Palazzeschi, che tratteggia un affresco della vita di provincia italiana di inizio Novecento, sfiora ma non indugia sugli aspetti tragici, preferendo un’ironia amara e una leggerezza quasi grottesca.

Una commedia, una commedia di donne ancora meglio. La scrittura di Aldo Palazzeschi è ricca di sfumature comiche, ma il testo si presta a più livelli di lettura e l’allestimento portato in scena al Teatro Comunale questo fine settimana da Geppy Gleijeses e Ugo Chiti è una piccola tragicommedia minimale, un gioco sottilmente crudele che sfrutta la quasi cinica giocondità dell’intellettuale fiorentino.

Siamo nei primi anni Venti e tre sorelle trascorrono una vita tranquilla e appartata nei dintorni Firenze chiamato Coverciano. Due di loro, le nubili e diligenti Teresa e Carolina, sono abili sarte e ricamatrici di biancheria di lusso per la borghesia fiorentina, mentre la sorella minore Giselda, accolta in casa dopo un matrimonio fallito, è arrabbiata e delusa dalla vita e dagli uomini. Completa il quadro femminile la fedele domestica Niobe, personaggio colorito di saggezza popolare e vivido ottimismo.

Chi interrompe la placida vita domestica e gli equilibri familiari è il giovane figlio di una quarta sorella defunta: Remo è affascinante, spregiudicato, insomma un viveur egoista e poco gli ci vuole, per soddisfare i propri continui capricci, ad approfittarsi dell’affetto incondizionato delle zie e dei loro risparmi. Teresa e Carolina, sono due formichine forti, dedite al lavoro e al loro piccolo cerchio familiare, si amano, ma anche litigano fra di loro, specialmente con la terza Giselda, l’unica che non soccombe al fascino di Remo. Ecco la parodia della vita borghese, l’autore gioca, acuto, mettendo in ridicolo sia l’egoismo e la sventata leggerezza di Remo che le piatte vite delle sorelle, vittime dell’amore e del dovere.

Sono le attrici a fare la differenza. Tra ironia e dramma emotivo Lucia Poli e Milena Vukotic, grazie alla loro esperienza, ai tempi perfetti, all’emotività infusa nei ruoli, si confermano signore del teatro. La prima tratteggia con vigore e caparbietà la sorella maggiore mentre la seconda, con eleganza e delicatezza innate, anima una Carolina naif, tenera e irresistibile. L’una fintamente severa e l’altra infantilmente ingenua, volitiva una eterea l’altra, intrecciano dialoghi e battibecchi rapidi e incisivi. Mentre l’ottima Marilù Prati è la sorella fuori dal coro, moderna, disillusa, arrabbiata ed energica.

Questo allestimento del classico di Palazzeschi è uno spettacolo misurato, esempio di buon teatro, ben confezionato e ottimamente interpretato. Un bel prodotto teatrale insomma, dove la professionalità di tutte le maestranze si fa chiara in ogni scena. Una menzione speciale per i bellissimi costumi realizzati dall’Accademia del Costume e della Moda: quando Lucia Poli e Milena Vukotic, smessi i modesti abiti da lavoro e le candide cuffie da notte, riappaiono per una cena mondana con il nipote agghindate di tutto punto e, ancora, al loro arrivo al matrimonio di Remo, coperte come bambole di pizzi, tulle e merletti bianchi, sono irresistibili.

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