Politica
19 Febbraio 2018
Il ministo a Masi Torello, dove il papà fu il primo sindaco: "Vanno pensati incentivi, altrimenti le zone vicino alle città rischiano l'impoverimento"

Franceschini torna nel Comune fondato da suo padre: “Simbolo dell’unità”

di Redazione | 2 min

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di Simone Pesci

La domenica mattina del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini inizia alla biblioteca comunale di Masi Torello. Per Dario – “qui lo chiamiamo così, perché nei piccoli comuni ci si conosce e ci si chiama tutti per nome” commenta il sindaco del paese Riccardo Bizzarri – si tratta di un ritorno alle origini.

Papà Giorgio, infatti, fu sindaco di Masi Torello – da lui stesso fatto istituire insieme a quelli di Voghiera e Tresigallo attraverso una legge – fra il 1960 e il 1970, e per il ministro, di conseguenza, non può essere un posto qualsiasi, perché “qui ho iniziato a prendere i primi contatti con la politica”.

Quella vera, perché “lui stava fra la gente per ascoltare le persone e per risolvere i problemi, questo significa fare politica”. L’occasione che ha fatto tornare Dario Franceschini a Masi Torello è stata l’incontro voluto dal sindaco Riccardo Bizzarri, che come tema centrale aveva il ruolo dei piccoli comuni in Italia. Un ruolo, afferma Franceschini, “riconosciuto grazie alla proposta di legge Realacci”, e che quindi non può “essere obbligato da certi meccanismi” che spesso, “per il problema della spending review”, portano a fusioni fra comuni piccoli, con meno di 5000 abitanti.

Ed è tanto vero che i piccoli centri “hanno una storia millenaria e tengono unita l’Italia con le loro tradizioni e la loro identità”, quanto il fatto che “bisogna pensare a meccanismi che incentivino i piccoli negozi di paese” perché altrimenti “si rischia un impoverimento delle zone vicine alle grandi città”. Un percorso fattibile, per Franceschini, ma solo se “i piccoli comuni restano compatti per far sentire la loro voce”.

“Abbiamo fatto e continuiamo a fare quello che possiamo per essere, e ci stiamo riuscendo, un comune virtuoso” sostiene Bizzarri, che prega “Dario, per accogliere le nostre istanze e le nostre doglianze: è vero che non ci possono essere troppi comuni, ma vogliamo essere premiati”.

Il motto del sindaco, infatti, è trasformare i concetti di “fusione e unione ad associazione: da due comuni viziosi, infatti, non ne nasce uno virtuoso”. Bizzarri, poi, regala idealmente a Franceschini un’opera dell’artista locale Silvana Grillanda, in mostra nella biblioteca di Masi Torello: “Prendila e falla diventare simbolo dei piccoli comuni”.

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