Politica
6 Febbraio 2018
Link e Adi attaccano il figlio del senatore di Fdi, oggi consigliere comunale e presidente della Consulta degli studenti Unife

Associazioni degli studenti contro Balboni jr: “Non può dirsi non antifascista”

di Redazione | 2 min

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Se l’ex senatore e oggi ricandidato Alberto Balboni si rifiuta di dichiararsi antifascista, così fa il figlio, Alessandro, consigliere comunale e presidente del Consiglio degli studenti Unife. Che, così facendo, si attira addosso le attenzioni degli altri gruppi studenteschi.

Sono infatti le associazioni Link Studenti Indipendenti e Adi Ferrara a chiedere conto della posizione di Balboni jr, espressa con un post su Facebook in cui, nella sostanza, appoggia in pieno la posizione del padre, partendo dal relativo articolo di Estense.com.

“Siamo qui a chiedere chiarimenti circa le posizioni da lei espresse, che riteniamo particolarmente gravi – si legge in una lettera a lui indirizzata -. Dalla lettura del post e dai commenti da lei aggiunti risulta piuttosto chiaro come lei si dichiari contrario a definirsi ‘antifascista’, in quanto vorrebbe arrogarsi, citiamo testualmente, ‘il diritto di non usare un termine … che è stato inflazionato e piegato alla comodità strumentale di una parte politica’ che ha arrecato danni a lei e ai suoi cari. Non volendo assolutamente discutere né giudicare la sua sfera privata, riteniamo tuttavia inaccettabile che lei, in qualità di Presidente del Consiglio degli Studenti, possa professarsi contrario all’antifascismo, valore fondante della nostra Repubblica democratica e della nostra Università”.

L’ateneo, ricordano le due associazioni, “come riportato nell’articolo 3 dello Statuto, dichiara il rispetto e il perseguimento di quei valori di apertura che caratterizzano proprio quell’antifascismo che lei dice di rifiutare. Per quanto riguarda le esternazioni da lei riportate in un post pubblico, ricordiamo quanto previsto dall’art. 10 del Codice di Comportamento di Unife, che richiama tutti (e a maggior ragione chi ricopre incarichi importanti) ad agire mettendo sempre in primo piano il senso di responsabilità. Ci teniamo quindi a sottolineare che le sue affermazioni, se confermate, risulterebbero del tutto inopportune, anche considerando gli episodi di attualità che ormai quotidianamente ricordano a tutta la cittadinanza come i crimini di matrice fascista siano un rischio più che tangibile; citando solamente i recentissimi fatti di Macerata, pensiamo che tutti i cittadini debbano necessariamente riflettere sulla necessità degli ideali antifascisti, senza alcuna strumentalizzazione del termine in sé”.

“L’antifascismo – proseguono Link e Adi – è un valore fondante della nostra Repubblica ed è anche un principio che ispira i nostri Atenei. Non possiamo, in quanto cittadini, studenti e in quanto lavoratori della conoscenza, non dirci antifascisti. Fiduciosi in un suo chiarimento, ribadiamo pubblicamente la nostra condanna assoluta nei confronti di ideologie ed azioni fasciste e neofasciste, ed anche la convinzione che non si debba dare nessuna legittimità politica a singoli e ad organizzazioni che si rifanno o approvano, indirettamente o direttamente, tali ideologie e pensieri anticostituzionali”.

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