Lagosanto
17 Gennaio 2018
Romanini: "Non mi riconosco più in questo partito", rimane il sostegno dei dem in giunta

L’ospedale del Delta fa rompere il sindaco di Lagosanto con il Pd. Vitellio: “Rammarico”

di Redazione | 5 min

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Lagosanto. “Non mi riconosco più in questo partito”. Il sindaco Maria Teresa Romanini prende convintamente le distanze dal Pd e dopo le ultime scelte di politica sanitaria che hanno continuato a depauperare l’ospedale locale del Delta decide di non rinnovare la sua tessera.

“Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”, chiarisce Romanini, che in questi giorni ha deciso di sostenere il gruppo di genitori sceso in difesa del servizio pediatrico territoriale. “Ho deciso di firmare la petizione che hanno indirizzato anche a noi sindaci, perché ritengo la loro una causa che merita davvero di essere presa in considerazione”.

“Le scelte compiute in termini di tagli nel sanitario, un ambito che mi tocca particolarmente da vicino, sono infatti inaccettabili e ci hanno visto negli ultimi tempi parecchio ai ferri corti con gli enti provinciali e regionali”.

La rottura con il partito – che la vede tra gli iscritti fin dalla sua costituzione nel 2007 e tra i candidati all’assemblea nazionale dieci anni dopo – giunge però dopo un’attenta valutazione anche di quelle che sono le politiche nazionali messe in campo dai dem, “dal Jobs Act alla Buona Scuola: come amministratore ho sperimentato davvero pochi vantaggi per i cittadini, se non dei peggioramenti. Novità e riforme che abbiamo testato e che nell’ultimo periodo avverto come distanti dal mio modo di vedere: non mi ritrovo più in quelle che sono le politiche del Pd, soprattutto a livello locale e provinciale”.

Seppure i rapporti con la direzione estense siano descritti come “buoni, è naturale – aggiunge il sindaco – che di fronte a scelte poco opportune si debba mantenere la propria autonomia di giudizio: ragionando con la mia testa dico no a manovre che non portano beneficio ai miei cittadini (e nel caso della sanità, ai cittadini di un vasto territorio). Non mi pongo il problema di quello che pensano i colleghi di partito, io ho fatto la mia scelta”.

Dalla segreteria provinciale non tarda il commento del segretario Luigi Vitellio, che insieme al segretario laghese Manuel Masiero, esprime “rammarico per il mancato rinnovo di una tessera da parte di un iscritto: ed è anche più triste – aggiungono – che una scelta del genere sia maturata da un sindaco, vale a dire da chi riveste un ruolo di grande prestigio e di significativa responsabilità perché rappresenta la propria comunità, nella sua interezza, grazie ai voti di una parte”.

“Per quello che riguarda il tema della sanità, questo partito ha sempre pensato di dare soluzioni nuove davanti a situazioni nuove e lo ha fatto attraverso una costante ricerca di un metodo condiviso. Lo scopo resta quello di garantire un servizio di alto livello per tutti i cittadini nella consapevolezza che la sanità è un diritto fondamentale degli individui e che pertanto questo diritto va garantito a tutti senza nessuna distinzione. Per queste ragioni, a breve, gli iscritti di Lagosanto saranno convocati per valutare insieme il percorso da intraprendere rispetto al nuovo scenario che abbiamo di fronte”.

E tra gli iscritti laghesi, anche parte della giunta Romanini, eletta nel 2014 in una lista civica. “Sono informati delle mie scelte, saranno liberi di fare quello che credono, come il resto del Consiglio” dice il sindaco, che gode del sostegno dei suoi, quantomeno di Antonella Mazzotti e del vicesindaco Davide Bigoni (non raggiungibile l’assessore Irena Bigoni, mentre la collega Diana Chiodi declina: “non intendo rilasciare interviste”).

“Pur essendo ancora iscritta al Pd, – dice Mazzotti – riconosco che a livello sia nazionale che locale la sua linea ultimamente mi ha lasciato parecchie perplessità. Mi sento di dirlo con molta tranquillità e di confermare l’appoggio al sindaco: bisogna riconoscere che certe scelte sono state sbagliate o inopportune”.

Non giudica le “scelte personali di Romanini” il suo vice. “Aldilà delle valutazioni politiche, come amministratori civici mi sento di dire che le perplessità del sindaco sono anche nostre: sulla qualità dei servizi garantiti ai cittadini del territorio negli ultimi tempi sarà necessario lavorare per trovare soluzioni migliorative, con tutti gli attori coinvolti”. Nessuna scollatura nella maggioranza: “Nessun problema, concluderemo il nostro mandato nel migliore modo possibile e facendo il bene dei nostri cittadini”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore Irene Bigoni: “Rispetto l’opinione ragionata e personale del sindaco. Al momento sono ancora tesserata Pd, ma devo dire che come lei non condivido assolutamente la politica sanitaria territoriale portata avanti fin’ora: come lavoratore della sanità posso dire che il degrado è abbastanza evidente. Credo inoltre – aggiunge Bigoni – che queste scelte porteranno al partito un grosso smacco per le prossime elezioni in questa zona”.

Attestato di stima da parte del gruppo genitori a favore della ‘Guardia medica pediatrica’: “Avevamo chiesto una cosa semplice e chiara, non soggetta ad interpretazione alcuna: una vera presa di posizione dei nostri sindaci. È chiaro – scrive sulla pagina Facebook del gruppo la portavoce Federica Gelli Grigatti – che l’impoverimento dei servizi pediatrici (e non solo) è argomento che sta loro a cuore, non ci prendiamo di certo ogni merito. Uniti si vince, e ringraziamo come gruppo Romanini, che stimiamo come donna, madre e sindaco. Auspicavamo e ci aspettiamo un segnale forte. Il primo è arrivato”.

Primo e ultimo? Posizioni analoghe a quelle del primo cittadino laghese non sono escluse, magari sull’onda di emorragie politiche, scissioni e via vai elettorali del periodo.

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