L’ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali sarà il fil rouge della Giornata della Memoria a Ferrara che viene declinata in quasi un mese di eventi (ben 15 quelli segnati nel calendario ufficiale) tra incontri, spettacoli, mostre e testimonianze legati allo sterminio e alle persecuzioni del popolo ebraico.
Un “programma più ricco che mai” annuncia il prefetto Michele Campanaro che raccoglie il testimone del suo precedessore, “a cui va il mio sentito ringraziamento per aver preparato insieme al comitato provinciale il calendario prima del mio arrivo, a metà novembre, con largo anticipo rispetto alla data del 27 gennaio, giorno dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz”.
Il momento clou delle celebrazioni è anticipato al 25 gennaio (“perché il 27 cade di sabato”) quando alla Sala Estense, come da tradizione, verranno consegnate le medaglie d’onore del presidente della Repubblica ai familiari di quattro ex militari e un civile ferraresi internati nei lager nazisti. Con questo riconoscimento, “Ferrara avrà consegnato 361 medaglie – fa sapere il prefetto – che dà valenza del sacrificio e dell’importanza di questa realtà” in un appuntamento “impreziosito dal cameo di Luca Alessandrini, direttore dell’istituto Parri di Bologna, che interverrà su discriminazione e persecuzione“.
Il filo conduttore delle iniziative – che partiranno già giovedì 11 con lo spettacolo multimediale “Con gli occhi degli ebrei italiani” al Meis – sarà il triste anniversario della proclamazione delle leggi razziali di cui si parlerà il 18 gennaio sempre al Meis (Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938); il 25 all’Ibs (web serie L’ultimo grido: la vita degli ebrei italiani al tempo delle leggi razziali); il 31 al liceo Roiti (La memoria del ricordo. Da Ferrara a Fossoli).
Particolarmente vivida la testimonianza delle sorelle Tatiana e Andra Bucci, le ‘bimbe’ sopravvissute ad Auschwitz che per la prima volta verranno a Ferrara (il 1° febbraio alle 10.30 in sala consiliare) per raccontare la loro storia agli studenti e a tutti i ferraresi. “Il target a cui ci rivolgiamo è proprio quello dei giovani, coinvolgendo le scuole dalle materne all’università, ma non ha confini di età” precisa Anna Quarzi, presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea e definita ‘deus ex machina’ della programmazione.
Non a caso, l’assessore alla Pubblica Istruzione Cristiana Corazzari si augura che il Giorno della Memoria “non diventi una commemorazione vuota delle vittime innocenti e dei martiri della libertà” ma un “atto di prevenzione al razzismo, all’odio, alla paura infondata dell’altro“, che “ci aiuti ad essere critici e consapevoli di vivere la diversità come fonte di arricchimento e non di paura”, in modo che “l’identità non possa più essere usata per discriminare ma per percorrere la strada della convivenza e della solidarietà”.
Valori manifestati con coraggio dagli uomini della guardia di finanza che dal 1943 al 1945 aiutarono in silenzio i profughi e i perseguitati. L’impegno di funzionari, commissari, oscuri impiegati – emerso solo recentemente attraverso continue ricerche storiche – chiuderà il calendario il 6 febbraio alla biblioteca Ariostea dove il colonnello Sergio Giovanni Lancerin ricorderà gli appartenenti al Corpo che si rifiutarono di arrestare i perseguitati ferraresi, falsificando i documenti o trovando vie di fuga per farli scappare.
Tra i ferraresi salvati dalle Fiamme Gialle, il maestro Vittore Veneziani, il cui coro in suo nome terrà un concerto domenica 28 alla Sala della Musica per ricordare i ragazzi di Villa Emma a Nonantola. Encomiabile anche il ruolo della polizia – “una ventata di ottimismo in una grande tragedia” commenta il questore Giancarlo Pallini – che il 26 si riunirà nella caserma Bevilacqua per la deposizione di una corona presso il cippo che ricorda gli ebrei ferraresi reclusi nell’ex campo di detenzione di corso Ercole I d’Este.
Tra i tanti temi toccati – “in modo completo e coerente” si complimenta il presidente della comunità ebraica Andrea Pesaro – il ritorno degli ebrei sopravvissuti ai campi di sterminio e alla clandestinità, al centro dell’incontro (il 22 gennaio al Dipartimento di Giurisprudenza) con Liliana Picciotto, storica di fama internazionale dell’olocausto e autrice de Il libro della memoria e del più recente “Salvarsi. Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah”.
“Se c’è un ambiente dove certe cose non sono state capite è quello dello sport, che si trasforma da luogo di libertà a luogo di pregiudizio, specialmente negli stadi dove pochi mesi fa è comparsa la figurina di Anna Frank” ricorda la direttrice del Meis, Simonetta della Seta, che ha invitato la dirigenza della Spal a partecipare all’incontro su leggi razziali e sport che si terrà il 25 gennaio nel museo di via Piangipane.
L’unico evento che si terrà il giorno ufficiale della memoria, il 27 gennaio, andrà in scena al teatro Ferrara Off dove l’attore Giulio Costa leggerà il diario “Venti mesi” di Renzo Segre, ebreo che si è finto malato di mente per rifugiarsi in una clinica psichiatrica e sfuggire così alla deportazione. Venti mesi vissuti con l’angoscia costante di essere scoperto e ucciso, un esempio fra tanti delle sofferenze patite in quella pagina nera nella nostra storia.
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