Attualità
20 Dicembre 2017
La scritta comparsa in Voltapaletto, parallela al quartiere ebraico. Il rabbino: "Non mi scandalizzo, episodi di intolleranza ormai quotidiani"

“Via Hitler”. Sfregio nazista a due passi dal ghetto

di Elisa Fornasini | 2 min

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A due passi dal ghetto, compare via Hitler. In realtà è via Voltapaletto, ma qualche balordo ha pensato di ribattezzare la strada in nome del Führer.

Il nome del dittatore sanguinario è stato scritto nero su bianco con un pennarello in un blocco di pietra all’angolo con via delle Suore. Uno sfregio nazista alla memoria che pesa ancora di più a Ferrara, diventata culla della cultura ebraica con la recentissima inaugurazione del Meis.

Mentre le autorità arrivate in città si congratulano per l’apertura del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, un ignobile atto vandalico deturpa l’immagine della città, inneggiando Hitler proprio al confine con il quartiere ebraico dove è stata segregata la comunità ebraica ferrarese, tra le più antiche e importanti d’Italia.

Via Voltapaletto, infatti, scorre parallela a via Mazzini, la strada principale dell’antico ghetto che conserva le memorie della segregazione razziale dal 1627 all’Unità d’Italia. All’epoca era una strada senza finestre, quella di Voltapaletto, perché gli ebrei che abitavano al di là dal muro non potevano guardare le case dei civili, dei non ebrei. Un pezzo di storia che caratterizza la nostra città, che una mano anonima ha deciso di imbrattare senza vergogna.

A 250 metri di distanza dalla lastra deturpata, sorge la sinagoga. Il rabbino capo Rav Luciano Caro, contattato da Estense.com per sapere se fosse a conoscenza della nuova ‘intitolazione’ della via, ci confida che “ormai non mi scandalizzo più di tanto. Ferrara è ancora un ambiente tranquillo, ma in Italia si registrano quotidianamente manifestazioni di intolleranza e odio viscerale – commenta con amarezza il rabbino -. Non si sa come reagire anche a causa della tolleranza dell’opinione pubblica: sovente episodi di questo genere non vengono considerati un allarme culturale per la società, ma così si rischia di dimenticare quello che è successo”. Il pericolo di nuovi fascismi è dietro l’angolo, specie in via Hitler.

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