Attualità
18 Dicembre 2017
"Coreografia non autorizzata", la Digos sanziona i sostenitori del Parma. Acad: "La repressione non fermerà né il ricordo né la lotta"

Multati tre tifosi per aver esposto il manifesto di Aldrovandi

di Redazione | 3 min

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La “coreografia non autorizzata” per cui sono stati multati tre tifosi del Parma

Tre tifosi del Parma multati per aver esposto una gigantografia di Aldrovandi allo stadio della Ternana. Sono le prime ‘vittime’ della battaglia “#FedericoOvunque” lanciata da Acad – associazione Contro gli Abusi in Divisa dopo il divieto imposto alla Curva Ovest di entrare all’Olimpico con l’inseparabile bandiera biancazzurra di Aldro.

Tante tifoserie hanno risposto all’appello in segno di vicinanza e solidarietà al caso del 18enne ferrarese ucciso 12 anni fa durante un controllo di polizia, ma questo gesto anche se bello, spontaneo e soprattutto pacifico, sta costando caro.

Tre supporters gialloblu sono stati sanzionati dalla Digos, al termine delle indagini, per aver sollevato insieme ad alcuni ‘colleghi’ una serie di cartelloni raffiguranti il volto stilizzato di Aldro nella pausa fra il primo e il secondo tempo di Ternana-Parma disputata lo scorso 8 dicembre allo stadio “Liberati”.

I tre tifosi – individuati dalla polizia di Stato attraverso i filmati delle telecamere dello stadio – sono accusati di aver esposto una “coreografia non autorizzata”; nei loro confronti è scattata la sanzione amministrativa per la violazione del regolamento d’uso dell’impianto sportivo.

“La questura di Terni parla in maniera generica di provvedimenti senza menzionare l’oggetto vero della questione – segnala Acad -: l’iniziativa per Federico Aldrovandi a cui la tifoseria del Parma come tantissime altre tifoserie ha aderito. Questa omissione implicitamente ci spiega le vere ragioni di questi provvedimenti repressivi per la campagna #FedericoOvunque, quando si ha la coscienza sporca…”.

“Sono provvedimenti e gesti di una gravità enorme – ribadisce l’associazione Contro gli Abusi in Divisa -.  Di Federico, ragazzo di 18 anni ucciso da 4 poliziotti, non si deve più parlare. Della risposta coordinata e di massa che hanno dato tantissime curve neanche. Quando perdono si rintanano in un silenzio assordante con la complicità di giornali e tv, ma agiscono con la potente arma della repressione. La repressione non fa altro che alimentare le vostre vergogne, non fermerà né il ricordo né la lotta”.

Acad si è detta disponibile a mettere a disposizione “tutte le proprie risorse morali, materiali e legali per assistere gli eventuali denunciati o daspati“, invitando i tifosi a “segnalare pubblicamente eventuali multe e diffide ritorsive”. E la lista dei casi si allunga: “La questura di Siena ha strappato la pezza con il volto di Aldro dalla balaustra della curva, un gesto infame e inammissibile; i sostenitori del Prato sono stati minacciati da alcuni steward e poliziotti in divisa e non che hanno intimato loro di levare lo striscione con la foto di Aldrovandi, pena il Daspo”. 

E ancora: i Torino Hooligans avevano preparato 400 grandi stampe di Aldro da esporre in Curva Primavera durante l’anticipo di serie A Torino-Napoli ma durante i controlli sono stati fermati molti dei ragazzi mentre provavano a far entrare le foto. “Foto che sono state esposte nel secondo tempo nonostante le minacce della Digos – riporta l’Acad – che si giustificava con la questione della “coreografia non autorizzata” dicendo che avrebbe preso provvedimenti contro chiunque avesse esposto la foto”. 

“Se qualcuno non lo avesse capito… Federico entra – assicurano dall’associazione -.  Per mostrare la vita non dovrebbe servire né preavviso né autorizzazione.  Aldro appare ovunque.  Il suo sguardo sgretola le ipocrite velleità di far cadere nell’oblio la sua storia come quelle di chiunque abbia subito la violenza dello Stato.  Testa alta e cuori gonfi, fieri di avere tanta gente a fianco, mano nella mano, perché non succeda mai più. Aldro vive”. 

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