di Cecilia Gallotta
Lo spirito nel Natale ha invaso la città domenica pomeriggio, seguendo la scia d’incenso che portava verso il Palazzo Arcivescovile, dove anche quest’anno, grazie all’organizzazione dell’associazione Genitori Luigi e Zelia Martin in collaborazione con l’Arcidiocesi Ferrara-Comacchio, il centro culturale ‘L’Umana Avventura’ e la Fondazione Enrico Zanotti, ha avuto luogo la rievocazione della notte più sacra e magica dell’anno.
Il presepe vivente ha riunito una folla gremita con il naso all’insù per la prima scena, quella dell’annunciazione, allestita sul balcone del palazzo, e introdotta dall’esibizione del coro di Comunione e Liberazione, prima di calarsi nel vivo della rappresentazione presso il cortile interno.
Presente in prima fila anche l’arcivescovo Perego, che ha ripercorso insieme alla città le tappe dell’evento che “duemila anni fa ha cambiato la storia dell’uomo”, culla della tradizione cristiana. Dalla gravidanza miracolosa di una giovane donna come tante, alla fiducia di un uomo che ha deciso di superare i pregiudizi e di “affidarsi al mistero e al segnale degli avvenimenti”, sono tanti i messaggi che ogni anno si rinnovano attuali, e si ritrovano nel “primo elemento di popolo” che ha scritto la storia della nostra civiltà.
Una rievocazione incredibilmente suggestiva anche negli allestimenti, dai costumi dei pastori a quelli degli angioletti, dalle luci delle candele all’atmosfera spoglia della grotta. Un vero e proprio spettacolo che ha incontrato anche l’aspetto benefico con la raccolta fondi per Avsi, che, con la campagna ‘La casa dov’è?’, sostiene quattro progetti che tentano di rispondere al bisogno di ‘casa’: in particolare, la ricostruzione di un asilo a Qaraqosh in Iraq, un sistema integrato per l’accoglienza in Uganda, un luogo di supporto allo studio per giovani italiani e stranieri a Portofranco, e ‘Ospedali aperti’ a Damasco e Aleppo.
Perché Natale “è anche spirito d’incontro, di amicizia e gioia – come afferma l’arcivescovo concludendo la rappresentazione – che entrando in questo palazzo è entrato anche nella città, nei luoghi della quotidianità”, augurando che “possa entrare anche nelle nostre case e nelle nostre famiglie”.
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