Tresignana
13 Dicembre 2017
Sindaci determinati, ma palpabile lo scetticismo dei cittadini: "Ci divide un passato antagonistico". L'esperto: "Senza fusione identità a rischio"

Fusioni. Il nuovo Comune potrebbe chiamarsi Terre del Volano

di Redazione | 3 min

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di Giuseppe Malatesta

Tresigallo. Potrebbe chiamarsi Terre del Volano, oppure Contrapo’, e vedere la luce già a gennaio 2019 il nuovo Comune risultato della fusione di Tresigallo e Formignana. Questi i primi rumors sulla costituzione di un ente che se da un lato è convintamente sostenuto dalle due Amministrazioni, non lo è ancora del tutto dai cittadini, almeno da quel che trapela dalle opinioni espresse nell’incontro promosso al teatro Novecento.

In occasione della presentazione dello studio di fattibilità propedeutico infatti, i dati positivi illustrati si scontrano per il momento con lo scetticismo di quanti, dei due Comuni confinanti, non dimenticano un “passato antagonistico” e non trovano applicabile nel caso specifico il modello di fusione ‘canonico’.

“Siamo ormai di fronte ad un percorso faticoso avviato da mesi, in cui le giunte comunali credono fortemente. Un percorso che per me è l’unica opportunità che i piccoli centri hanno per sopravvivere in modo sempre migliore, in termini di servizi ai cittadini”. Parla così Andrea Brancaleoni, sindaco di Tresigallo a cui fa eco la collega Laura Perelli, primo cittadino di Formignana.

“La fusione era nei nostri piani di mandato (entrambi sono stati eletti a giugno 2016, ndr), perché ragionando in prospettiva vogliamo fornire un mezzo importante per il rilancio dei territori. Lo studio di fattibilità – dice Perelli – pone buone basi e rafforza un percorso informativo complicato ma necessario affinché la scelta dei cittadini sia consapevole”.

E seppur non per forza determinante, fondamentale sarà la voce del popolo, chiamato a esprimersi in un referendum consultivo al più tardi nel prossimo autunno. “Terremo in considerazione l’esito del voto” assicurano i sindaci, ma l’ultima parola spetta alla Regione, e a contare sarà anche l’entità dello scarto tra i favorevoli e i contrari. Un aspetto che desta al momento preoccupazione. “Non si sa mai” commenta qualcuno in sala, non nascondendo perplessità, dubbi e malfidenza.

Per i più scettici trattasi di “un matrimonio di interesse che però deve trasformarsi in un matrimonio d’amore, perché è impensabile mettere insieme due popolazioni poco convinte di fondersi”. Tresigallo, frazione di Formignana fino al 1961, vivrebbe uno sgradito ritorno al passato, almeno secondo i più critici e per chi ricorda “lo stato d’animo di una cittadina che negli anni Sessanta chiese di staccarsi da Formignana”.

“L’identità non si perde con la fusione – commenta Francesco Beccari (Gruppo Maggioli), redattore del piano di fattibilità – ma senza di essa, per le ripercussioni demografiche che potrebbero esserci sulle nuove generazioni”.

Nemmeno i contributi statali, fissati su base decennale in circa 10 milioni di euro (elevati a 12 nella bozza della Legge di Stabilità 2018) sembrano fare gola. “Un contentino per farci accettare decisioni calate dall’alto”.

Consapevoli della strada un tantino in salita, ma forti di uno studio di fattibilità incoraggiante – che dipinge due Comuni finanziariamente solidi, complementari nel tessuto socio-economico e congruenti per demografia e organizzazione della macchina comunale – i due sindaci non intendono gettare la spugna. “Siamo pronti – dichiara Brancaleoni -, ci aspetta un 2018 impegnativo, di preparazione e trasformazione. Sarà necessario approntare un ufficio tecnico competente, che sappia reperire fondi da sommare agli incentivi: immagino 6/7 milioni di euro all’anno, sarebbero una bella iniezione per i nostri territori”.

“Se tutto va bene – aggiunge Perelli – a fine 2018 consegneremo le chiavi, poi la gestione commissariale ci traghetterà alle amministrative del 2019”.

Tempi stretti, “se tutto va bene”.

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