
Stefano Palazzi
Da lunedì prossimo l’unità operativa di neuropsichiatria per l’infanzia e adolescenza dell’Azienda Ospedaliera di Ferrara sarà spostata dalla Casa del Pellegrino al vecchio ospedale Sant’Anna di corso Giovecca. Il trasferimento sarà abbinato a quello del centro di riabilitazione del professor Basaglia.
Un trasloco storico per la sanità ferrarese, vissuto con attenzione da uno dei ‘padri fondatori’ del reparto, il direttore Uonpia dell’Ausl e Università di Ferrara Stefano Palazzi, ora in congedo. In occasione della chiusura del “Pellegrino” del servizio per cui Palazzi lasciò l’Inghilterra nove anni fa, il primario intende fare un augurio pubblico al capitolo che si avvia presso la nuova sede della casa della salute Cittadella San Rocco.
“Vorrei augurare alla nuova generazione di operatori il miglior successo” dichiara Stefano Palazzi, ricordando “il progetto affidatomi nel 2008 dal direttore generale Edgardo Contato che era denominato Salute Mentale e Riabilitazione Infanzia-Adolescenza, con acronimo Smria”.
“Si trattava di un modello organizzativo di servizio implementato unicamente nell’area territoriale di Ferrara – ricorda con orgoglio il direttore -. Articolandosi in équipe territoriali, gruppi professionali e team funzionali, era una struttura provinciale di una settantina di operatori con buona capacità di risposta clinica, documentata nel documento Un modello di resilienza professionale e aziendale distribuito nel maggio 2010″.
“Il servizio combinava i dettami della delibera dei giunta regionale 911/1997 sui requisiti specifici per l’accreditamento delle Strutture di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza – spiega Palazzi – con l’esperienza maturata nel settennio precedente come consultant, cioè dirigente medico di ruolo, di Camhs, i Child and Adolescent Mental Health Services britannici. Fino al sisma geologico del 2012 e quello amministrativo del 2013, la struttura complessa Smria-Uonpia dell’Ausl e Università di Ferrara rimase un esempio concreto di adattabilità gestionale, nel rispetto dei principi dell’integrazione socio-sanitaria”.
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