Politica
1 Dicembre 2017
Ambienti politici dem di città e provincia puntano il dito contro il segretario provinciale Vitellio

Bianchi sfoglia i petali del Rosatellum, aria di rivolta nel Pd

di Marco Zavagli | 4 min

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C’è chi sfoglia i petali del Rosatellum e chi vede sfiorire le proprie speranze di finire in parlamento. I nuovi collegi disegnati dall’ultima legge elettorale mista hanno già creato i primi attriti tra i possibili candidati a una… candidatura.

Con lo stesso Renzi che dagli schermi di Otto e mezzo alza il muro contro possibili velleità di rappresentanza (“le primarie le abbiamo fatte per la leadership, non le faremo per i collegi”), il primo a partire in quarta è stato Patrizio Bianchi.

Fondatore della facoltà di economia di Ferrara, assessore regionale con la giunta Errani, sfidante provvisorio di Bonaccini alle elezioni successive e poi suo scudiero nella sua stessa giunta con delega a lavoro e scuola, il professore vanta anche una stretta amicizia dai tempi dell’Ulivo con “il Professore”, Romano Prodi. E proprio da un pranzo con l’ex presidente del consiglio sarebbe nata la benedizione per lanciarlo come candidato del Pd.

Un pranzo intimo, a due, la cui notizia è filtrata ratta negli ambienti politici. Il Professore non ha mai confermato. Rimane l’altro convitato. Fatto sta che il balzo in avanti di Bianchi crea non pochi grattacapi al Pd provinciale. Non tanto alla segreteria del partito, che non ha nemmeno convocato un direttivo per discutere e condividere possibili scelte, quanto su rappresentanti dem dal capoluogo al mare.

Anche perché con Franceschini candidato al senato in uno dei due collegi condivisi con Bologna, per gli altri aspiranti rimane solo lo spiraglio di Montecitorio.

E non è un mistero che alla lista che potrebbe proiettare a marzo un ferrarese verso la Camera ci avevano fatto più di un pensierino diversi sindaci uscenti. Andrea Marchi di Ostellato e Antonio Fiorentini di Argenta su tutti. Ma non sono questi gli unici ambienti da cui sbuffano mugugni. La segreteria provinciale, e quindi Luigi Vitellio, viene accusata di essere mera passacarte di ordini piovuti dall’alto.

Anche se Vitellio, sibilano i maligni, dalla partenza di Bianchi da Bologna destinazione Roma qualche vantaggio potrebbe ottenerlo. L’eventuale elezione alla Camera liberebbe un posto in giunta regionale e risolverebbe di rimbalzo un grosso imbarazzo nella città.

È noto che al momento sono due i possibili successori di Tagliani, ammesso e non concesso che il Pd o il centrosinistra riescano a vincere le amministrative (qui, per inciso, dipenderà molto dalla discesa in campo o meno di un neghittoso Alan Fabbri, che alla carica di sindaco preferirebbe di gran lunga quella di deputato leghista). Parliamo di Modonesi e Maisto.

Il primo, nonostante qualche recente inciampo specie in tema di sicurezza (leggi esercito in Gad e mafia nigeriana) è favorito sul secondo. Maisto dal canto suo vorrebbe le primarie. E Vitellio potrebbe trovare il modo di mettere tutti d’accordo proponendo l’attuale vicesindaco a Bonaccini come assessore e lasciando campo libero (o circolare, a seconda delle varie rotonde che vorrà costruire) al buon Modonesi. E chissà a quel punto che non spunti fuori un assessorato anche per il segretario.

Il problema però sarà fare campagna elettorale con i veri rappresentanti del territorio, i sindaci scornati, non troppo incentivati a questo punto a raccogliere voti per puro spirito di liberalità.

Sono queste le considerazioni che rumoreggiano in ambienti, ripetiamo, di città e provincia e che pensano a un tentativo di “ribaltone” in vista del congresso provinciale del 2019.

Rimane da dire del collegio dell’alto ferrarese, abbinato a Modena. Qui Barbara Paron potrebbe avere delle chance. Problema non secondario è la data di scadenza del suo mandato: 2021. Per alcuni non è mai stato un problema cambiare una sedia con una poltrona, ma la sindaca vigarenese fino ad oggi ha sempre dato prova di tenere agli interessi della sua comunità.

Altra donna dem che può giocarsi le sue carte è Paola Boldrini. La deputata, si sa, non se l’è proprio sudato il seggio alla Camera. Finita 31ª in una lista di 44 nomi, venne catapultata alla Camera prima dall’incarico in Commissione europea della Mogherini e poi dalle dimissioni a Montecitorio della Petitti, finita in giunta regionale. Ciononostante ha già fatto sapere che vuole correre per il secondo mandato. Anche qui sembra che non abbia trovato opposizioni da parte del segretario provinciale.

Eppure non c’era qualcuno che chiedeva che i candidati fossero espressione del territorio? Qualcuno come il segretario nazionale Renzi? Dettagli.

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