Se voleva essere una spallata, tenue o forte, all’amministrazione Comunale nel tentativo di incastrarla in qualche modo per i rapporti con la fallita Acli Le Coccinelle – amministrata dalla moglie dell’assessore Aldo Modonesi, che è stato tra i suoi fondatori -, gli effetti non sono stati quelli attesi.
L’informativa del sindaco alla seconda commissione consiliare richiesta dalle opposizioni sembra aver infatti mostrato l’assoluta regolarità dei rapporti, aperti secondo i criteri di legge, chiusi quando questi sono venuti a mancare. E mai iniziati con la coop ‘specchio’ Ladybug con la quale “non ci sono rapporti”. Il sindaco, dopo una breve sintesi dei rapporti, nati in seguito a bandi o, comunque, alla verifica dei requisiti di legge, è stato imbeccato dalle domande dei consiglieri Francesco Rendine (Gol), Claudio Fochi e Lorenzo Marcucci (M5s).
I rapporti – ha spiegato il sindaco Tiziano Tagliani, che già aveva risposto alla stampa – si sono interrotti nel 2014 con l’uscita de Le Coccinelle dal consorzio Res per la gestione esternalizzata dei servizi educativi: “I partner – ha osservato il sindaco – erano stanchi di aspettare che la coop ottenesse il Durc per essere pagati”. Il Durc è il documento con il quale l’Inps certifica la regolarità dei contributi che, per la coop diventò un problema in un anno chiuso con un buco di bilancio da 400mila euro.
Poi nel 2015 il primo segnale tangibile per il Comune della crisi della coop anche per l’esecuzione degli altri servizi – come quelli svolti all’ippodromo, i corsi al nido del Salice e a Pontelagoscuro con la percezione anche dei contributi alle strutture private – con la notifica a maggio del pignoramento sui crediti effettuato da Equitalia e, infine, la liquidazione coatta. Ma, prima di ciò, “a noi non risultava che non dovessimo pagare avendo il Durc, altrimenti non avremo potuto farlo”. Il Comune ha ancora un debito “di alcune decine di migliaia di euro”, ma è in ballo una ‘lite’ tra il fallimento ed Equitalia.
Sul lato della qualità del servizio, invece, mai sono stati segnalati problemi né individuati dal Comune durante i controlli
Sulla gestione della cooperativa, lo ricordiamo, è in corso un procedimento penale per dei supposti falsi verbali in cui si attribuivano ruoli nel consiglio di amministrazione a persone all’oscuro di tutto.
Il cappello alla seduta l’ha messo il consigliere Alberto Bova che ha definito la richiesta di una commissione “un po’ strumentale”. “Ci siamo trovati in 20 persone per 45 euro a testa – ha osservato Bova – quando si potevano ottenere gli stessi risultati con un’interrogazione o un question time”. Posizione duramente criticata da uno dei richiedenti, Matteo Fornasini.
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