Tresignana
3 Agosto 2017
Il figlio 21enne del camorrista di Tresigallo sconterà la pena in via Arginone

Furto e spaccio, due anni di carcere per Lomasto junior

di Redazione | 2 min

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Tresigallo. Revocati gli arresti domiciliari per Emanuele Lomasto, il più giovane componente della famiglia criminale dedita a spaccio e rapine sgominata a marzo dai carabinieri di Copparo, Ferrara e Tresigallo, dove la famiglia di origini napoletane viveva da anni.

Per tutti i membri della banda (il padre camorrista Giuseppe Lomasto, il figlio Francesco di 34 anni, il corriere Maurizio Morra e la basista Halyna Yaichnyk) il gip Piera Tassoni aveva disposto la custodia cautelare in carcere a causa della pericolosità sociale elevata del quintetto, ben inserito nel mondo del narcotraffico.

Escluso da questa misura il figlio più piccolo, il 21enne Emanuele, noto giocatore di calcio della squadra di Tresigallo che faceva da ‘palo’ durante le incursioni criminali, che considerata la giovane età e la fedina penale pulita è stato sottoposto agli arresti domiciliari. Almeno fino a martedì pomeriggio quando i carabinieri della stazione di Tresigallo lo hanno arrestato e portato presso la casa circondariale di via Arginone.

Il tribunale di Ferrara ha condannato il giovane alla pena di 2 anni e 4 mesi di reclusione per  i reati di furto e spaccio di sostanze stupefacenti. L’ordine di carcerazione è stato emesso il 31 luglio ed eseguito l’indomani, alle 16 del 1° agosto. Il ragazzo sconterà la pena in carcere per aver venduto marijuana e hashish ai coetanei e per aver partecipato a uno dei furti commessi dalla sua famiglia. Una rete criminale scoperta tramite l’operazione convenzionalmente denominata “Piazza 900”  perché i napoletani hanno ammesso, in una conversazione intercettata, di “volersi prendere la piazza di spaccio di Tresigallo”.

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