di Lucia Bianchini
“Abbiamo contattato lo scrittore Sandro Veronesi perché Donatella in ospedale ha letto ‘Terre Rare’ e per lei era diventato fondamentale. Spesso ci scambiavamo i libri e questo l’ha letto prima lei e me l’ha consigliato, così ne avremmo discusso insieme. Non abbiamo fatto in tempo. Poi con un certo sforzo emotivo l’ho terminato, ed ho capito perché aveva scelto questo libro come simbolo dei suoi ultimi mesi di vita”. Con queste parole il professor Cesare Lamantea ha introdotto l’incontro che si è svolto ieri martedì 30 maggio nell’auditorium del liceo ‘Carducci’ in memoria della moglie Donatella Mazzini, docente dell’istituto, scomparsa nel novembre 2015.
Terre Rare è stato appunto l’ultimo libro letto dalla professoressa e l’occasione è stata uno spunto per discutere con Sandro Veronesi di diversi temi, a partire dalla copertina del romanzo, che ha colpito particolarmente la docente e il marito, che a Milano avevano scattato una foto simile, di spalle a guardare l’orizzonte in un allestimento che riproduceva un pontile e il mare, creato con libri aperti.
“Ho scelto io questa copertina. La foto è stata scattata a Berlino, in un hangar trasformato in isola tropicale. Rimasi colpito – racconta l’autore – dal fatto che le persone in una situazione fasulla si comportino come se fossero davvero sul pontile davanti ad un paesaggio esotico. Secondo me è intimamente legata al romanzo perché il protagonista ‘se la racconta’, non dice la verità, falsifica le cose in modo credibile, in primo luogo a sé stesso. E facendo questo, dal santo che sembrava in ‘Caos calmo’, in ‘Terre rare’ si rivela essere un bugiardo, come la scena della copertina”.
Come indagato dal moderatore dell’incontro Cesare Lamantea, in ‘Terre rare’ vi è un sostrato di riferimenti letterari in particolare a due autori, Italo Svevo e Luigi Pirandello: “è difficile capirlo a 18 anni – spiega Veronesi – ma ‘La coscienza di Zeno’ è fondamentale. L’ho letto la prima volta per obbligo, in preparazione dell’esame di maturità e l’ho riletto in seguito per mia scelta. Non c’è nessun mio romanzo in cui non sia ripreso, prima inconsciamente, poi me ne sono reso conto. Se dovessi dirvi il romanzo più bello che ho letto non sarebbe questo, Svevo non è stato una rivelazione, non faccio lo scrittore perché ho letto i suoi romanzi, questo lo devo a Dostoevskij e a Mario Vargas Llosa, ma non passa libro senza che io dialoghi con Svevo. C’è poi un riferimento a Pirandello perchè le cose non sono mai come sembrano, ed è sempre una questione di identità nascoste che vengono fuori e identità palesi che scompaiono”.
Durante la mattinata si sono affrontati molti temi: il protagonista perde tutto, il lavoro, il computer, il cellulare ed entrato in un internet point per un’emergenza vera si ritrova a guardare un video di Sinead o’Connor, e l’autore ha spiegato come secondo lui la rete oggi appiattisca tutto, le cose sono tutte allo stesso livello e si fatica a selezionare cosa sia importante, oppure il rapporto tra il protagonista Pietro Paladini e la figlia Claudia, che in ‘Terre Rare’ ha diciotto anni e, come racconta Veronesi agli studenti, si ritrova a dover dire al padre che con lei ha sbagliato tutto, che non ha capito.
Nel dialogo Claudia racconta al padre delle terre rare, facendo lo svelamento più alto dei due romanzi, che ha reso questo libro così importante per Donatella Mazzini: la monazite, che in greco significa ‘essere solitario’, contiene il destrosio, dal greco ‘difficile arrivarci’ e nel ragionamento di Claudia si parte da un essere solitario, comune, per ottenere qualcosa di raro. Nel procedimento di estrazione l’essere solitario è distrutto, ciò che accade anche alle persone che passano attraverso un’esperienza che rende unica la loro vita; l’amore, l’arte, la terapia o la fede. Le terre rare insegnano che per arrivare a qualcosa di difficile da raggiungere si deve distruggere l’essere solitario che le contiene.
“Mi sono interessato a questo argomento grazie al racconto di un amico che si occupa di economia sostenibile e mi ha spiegato che in futuro il vero problema sarà il controllo di queste terre rare, indispensabili per creare componenti tecnologiche – ha affermato lo scrittore-. L’ho inserito come titolo perché è l’immagine simbolica della parte veramente preziosa dei due romanzi, che è Claudia, il fatto che lei a 18 anni faccia uno sforzo del genere per dire una cosa così bella e che la sua docente le dia quattro, come se la scuola e la società le dicessero di non impegnarsi ma lei lo fa comunque, è una speranza, io ho fiducia nei giovani”.
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