
La copertina del manuale
In questi giorni clamore – giustificato – e rabbia hanno caratterizzato la notte brava che nella notte tra mercoledì e giovedì ha visto colpire in maniera ingiustificata ed ingiustificabile il centro cittadino da alcuni vandali che hanno danneggiato e rovesciato gli arredi urbani e le fioriere delle vie del centro.
Ma non solo Ferrara è alle prese con questa tipologia di degrado sociale: a Bologna, infatti, è stato avviato un progetto regionale per contrastare un’altra forma di vandalismo, quello grafico.
Iter burocratico semplificato, indicazioni sulle procedure operative da seguire e, a breve, anche un prezziario, perché non è detto che lavorare a regola d’arte implichi costi insostenibili. La Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna scende in campo contro l’imbrattamento e il degrado urbano stilando un manuale che illustra i metodi più corretti per affrontare il problema ed evitare che il rimedio sia peggiore del male.
La pubblicazione “Contro il vandalismo grafico. Il centro storico di Bologna: sperimentazione e linee guida” vuole essere una risposta ai principali quesiti di ordine tecnico posti dal complesso tema del vandalismo grafico nell’area urbana di Bologna.
Il volume è stato presentato lunedì 14 giugno nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella sede della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Bologna. All’incontro, condotto da Carla Di Francesco, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna, hanno partecipato il Commissario straordinario del Comune di Bologna, Annamaria Cancellieri, la Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia, Paola Grifoni, la Direttrice del Settore Lavori Pubblici del Comune di Bologna, Raffaela Bruni, la restauratrice della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Antonella Pomicetti, e Francesco Geminiani, restauratore di Leonardo S.r.l.
Il “vandalismo grafico” è un’azione devastante sul piano estetico e degradante su quello sociale. Inutile attenuarne la carica negativa chiamandolo gentilmente “graffitismo” o appellarsi a supposte forme di espressione artistica. Non è la creatività che spinge tanti a imbrattare pietre, muri, intonaci e manufatti storici: grafomani o tifosi, innamorati o filosofi di strada, non c’è limite al bisogno di lanciare messaggi urgenti alla città, dediche, tag, stencil e disegni vari, tanto importanti da venire rifatti subito dopo la cancellazione. Ma il gesto di un attimo si trasforma spesso in danno permanente
Non è un caso che proprio Bologna, città esemplare per l’uniformità e la continuità del proprio centro storico, sia diventata un laboratorio (forse il primo in Italia) per tentare di risolvere al meglio, sia dal punto di vista tecnico che procedurale, un problema comune a tante aree metropolitane.
Pur considerando la specificità dei materiali e delle tecniche costruttive bolognesi, gli studi svolti consentono infatti di definire un modello esportabile anche in altre città.
Curato da Monica Bettocchi, Carla Di Francesco, Andrea Sardo e Paola Zigarella, il volume illustra la sperimentazione effettuata a campione su alcuni edifici del centro storico, scelti in quanto rappresentativi di un buon numero di casi ricorrenti nell’area interna ai viali di circonvallazione.
Al di là dei singoli risultati, le linee guida definiscono un metodo applicabile ad ogni tipo di superficie, definendo alcune condizioni inderogabili se si vuole operare per eliminare i vandalismi senza creare nuovi danni. Condizione indispensabile è evitare il “pennello selvaggio”: la rimozione del deturpamento richiede conoscenza della materia su cui si lavora, delle sostanze con cui è fatto il graffito, dei prodotti in commercio, degli strumenti da utilizzare e di quelli inefficaci. Il fai-da-te, senza orientamenti tecnici, può trasformare la buona intenzione di eliminare il danno in una incontrollata e pericolosa tinteggiatura, anziché in una efficace e corretta rimozione. Il rischio effettivo è quello che vengano utilizzate vernici coprenti di natura, colore, composizione diversa da quella utilizzata nelle facciate, creando sgradevoli e inaccettabili patch-work colorati. Non a caso la sperimentazione è stata condotta proprio da restauratori di beni culturali, cioè da operatori specializzati nell’intervento su superfici architettoniche.
Il vandalismo grafico non è che uno dei tanti effetti visibili di problemi sociali; per questo non si combatte solo ripulendo ma soprattutto con un paziente e capillare lavoro su più fronti.
Con la prevenzione, innanzitutto, educando a scuola e in famiglia al rispetto del bene comune e del prossimo; poi con misure di controllo e sanzione; e infine anche ripulendo perché il degrado produce degrado, inducendo nella comunità un senso di abbandono e assenza di regole.
Il protocollo d’intesa stilato il 6 ottobre 2009 tra il Comune di Bologna, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna e la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, mira a far sì che gli interventi di eliminazione del vandalismo grafico possiedano requisiti minimi di correttezza operativa e standard di qualità uniformi. Questo accordo, sottoscritto in vista dell’intervento di rimozione dei vandalismi dell’area denominata “Museo della Città” ma presto esteso a tutto il centro storico, è nato infatti per impostare le modalità operative da seguire, omogeneamente e scrupolosamente, su tutte le superfici architettoniche del centro storico di Bologna, anche quelle realizzate con materiali e tecnologie moderne o contemporanee.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni
Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com