Economia e Lavoro
23 Aprile 2017
I reati contestati sono, a vario titolo, quelli di bancarotta fraudolenta, formazione fittizia di capitale, aggiotaggio

Carife, fine indagini per l’aumento di capitale. Restano 12 indagati

di Redazione | 2 min

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Da più di 50 sono rimasti in 12 gli indagati per l’aumento di capitale della Carife avvenuto nel 2011. La procura ha chiuso le indagini e sta notificando i relativi avvisi ai diretti interessati. Contemporaneamente i magistrati hanno chiesto l’archiviazione per le altre posizioni.

Secondo la procura alcune banche si sarebbero prestate a operazioni vietate dal codice civile e dalla legge fallimentare per ‘gonfiare’ il proprio patrimonio netto e quello di Carife, per una somma complessiva di 22,8 milioni di euro. In che modo? Sottoscrivendo le azioni Carife (attraverso una società di mediazione, Carife Sei) durante l’aumento di capitale da 150 milioni, mentre la banca ferrarese effettuava la stessa operazione, per gli stessi importi, con le azioni degli altri istituti. In questo modo Carife e le altre banche riuscivano a far figurare nel proprio patrimonio netto sia il valore delle azioni esterne che la liquidità ottenuta dalla vendita dei propri titoli.

Dal setaccio operato dai pm in questi mesi sono rimasti in ballo i massimi vertici della vecchia banca, vale a dire l’ex dg Daniele Forin e l’ex presidente Sergio Lenzi, le figure apicali delle banche ‘complici’ (Ezio Soardi per Valsabbina e Germano Lucchi per Caricesena), i funzionari Davide Filippini e Michele Sette, Paolo Govoni in qualità di referente di Carife Sei, e Michele Masini della società di revisione Deloitte &Touche, oltre ad altri due funzionari di Carisena e Valsabbina e altri due di Carife.

I reati contestati sono, a vario titolo, quelli di bancarotta fraudolenta, formazione fittizia di capitale, aggiotaggio.

Cadono invece le accuse per i vari componenti dei cda senza ruoli direttivi, per i sindaci, i componenti del collegio dei revisori, i vertici della Fondazione, gli amministratori della Popolare di Bari e Cividale.

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