Un anno e sette mesi di reclusione, senza il beneficio della sospensione condizionale, da scontare ai domiciliari nella casa famigliare. Questa la sentenza a carico di A.R., il vandalo dell’Ariostea, accusato di stalking verso il direttore della biblioteca, Enrico Spinelli.
Il giudice Luca Marini ha accolto la richiesta di condanna proveniente dal pubblico ministero Ciro Alberto Savino, riducendone però i termini: da due anni a, appunto, un anno e sette mesi. A.R. avrà la possibilità di lasciare i domiciliari solo per recarsi dal medico psichiatra che lo ha in cura, a Policoro (in Basilicata).
Da sinistra: il direttore della biblioteca Ariostea Enrico Spinelli e l’avvocato Andrea Toschi
A.R. aveva già raggiunto – tramite la famiglia – una transazione con il Comune di Ferrara, parte civile nel processo tramite l’avvocato Stefano Scafidi, per risarcire il danno inferto all’immobile: una lapide imbrattata di vernice e l’incendio della porta in particolare, con 15mila euro. Transazione rifiutata invece da Spinelli (parte civile, rappresentato dall’avvocato Andrea Toschi), oggetto di vari comportamenti persecutori da parte dell’imputato e che all’uscita dall’udienza afferma con fermezza ai taccuini: “Ho difeso la biblioteca, le persone che ci lavorano e che ringrazio, e il pubblico che aveva necessità di stare in sicurezza e tranquillità. Ho difeso i valori della civiltà contro la violenza”.
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