Politica
20 Novembre 2016
I consiglieri forzisti chiedono chiarezza sulla gestione dell’affidamento degli spazi a Wunderkammer

Ex Savonuzzi, Forza Italia denuncia presunto danno erariale

di Redazione | 4 min

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FI_espostocortedeiconti-1di Silvia Franzoni

C’è un altro esposto sul tavolo della Corte dei Conti regionale che riguarda Ferrara. Porta la firma dei consiglieri comunali di Forza Italia (Vittorio Anselmi, Matteo Fornasini, Paola Peruffo e Giampaolo Zardi) e richiede l’intervento della procura regionale perché “sia verificata la sussistenza di eventuali profili di danno erariale riguardo l’assegnazione della sala performativa del palazzo Ex Savonuzzi”.

L’immobile in via Darsena, di proprietà del Comune, è stato ristrutturato nel biennio 2009-10 per una somma che superava il milione di euro. Nell’agosto del 2011 il Comune ha bandito una selezione per l’assegnazione in uso, tramite stipula di convenzione, della sala performativa di circa 206,85 mtq al primo piano della struttura: la destinazione prevedeva “attività artistico motorie, culturali, artistiche espositive, laboratoriali ecc proprie delle realtà giovanili presenti nel territorio” e un canone annuo di 6.000 euro.

Il bando andò però deserto – l’unica offerta pervenuta non era ammissibile perché priva dei requisiti minimi – e una delibera di Giunta (la n.85055/2011) dell’ottobre dello stesso anno decise per un abbassamento del canone, portandolo a 2000 euro annui. A vincere il bando fu poi il Consorzio di associazioni Wunderkammer.

Questa è, brevemente, la ricostruzione che dell’affidamento di gestione fanno i consiglieri per avanzare poi la richiesta di chiarezza per quello che, senza mezzi termini, è definita una “situazione inaccettabile in cui si continua a scialacquare i soldi dei cittadini – evidenziano i consiglieri Fornasini e Anselmi – avendo poi la faccia tosta di chiedere un aumento delle tasse”.

Ad essere additato è, anzitutto, l’abbassamento ingiustificato – “non sono state esplicitate dalla Giunta le ragioni giustificative della riduzione né l’effettiva congruità dell’importo ultimo”, si legge nell’esposto – del canone: “già la prima cifra, di 6.000 euro annui, era ridicola – continua Fornasini – ma chiedere 2.000 euro è fuori mercato”. Una ricerca nel mercato immobiliare, quale è quella effettuata dai consiglieri e presentata in conferenza stampa, restituisce per immobili analoghi (per posizione, stato e dimensioni) un canone di 2000 euro mensili.

E al quadro si deve aggiungere che l’affidatario – Wunderkammer, ndr – ricava una specifica redditività dall’immobile: secondo il tariffario reperibile sul sito del Consorzio, la sublocazione a terzi della sala performativa frutta allo stesso Consorzio 420 euro al giorno. “Vi riporto un rapido calcolo: Wunderkammer paga per l’affidamento al Comune 5,5 euro al giorno – spiega Anselmi – e lo affitta giornalmente per 420 euro, cento volte tanto”. “Un immobile che potrebbe fruttare alla città almeno 20000 euro annui è invece quasi regalato”, denuncia Fornasini; “Non abbiamo niente contro Wunderkammer, è il modo che ci offende”, gli fa eco Anselmi.

C’è però un altro aspetto che l’esposto vuole evidenziare: il contratto di concessione prevede che il Comune si riservi “n. 10 giornate all’anno per l’organizzazione di eventi propri, dietro preavviso di 15 giorni, compatibilmente con gli impegni programmati dalla stessa associazione”, come si legge nel bando dell’ottobre 2011. “Nel 2014, però, in occasione della mostra ‘Lowaste Market Place’ il Comune affitta – ricostruisce così Fornasini – la sua stessa Sala pagandola, per due giorni, 4000 euro”.

Nella determina dirigenziale n.448 del 2014 – esecutiva dal 26 marzo 2014 – si legge la decisione di “approvare il preventivo di Wunderkammer per l’affitto della sala nelle giornate del 4 e 5 aprile, e per la realizzazione operativa di allestimento e disallestimento degli spazi nelle giornate 3 e 6”. Lo stesso progetto finirà per costare al Comune oltre 12.000 euro, perché un’altra determina dirigenziale (la n.572/2014) affiderà ad una ditta terza “l’assistenza al coordinamento e all’organizzazione dell’evento”, per una somma di 8.500 euro.

La lettura che se ne fa è ben esplicata nell’esposto: “il Comune di Ferrara non solo non si è avvalso della riserva espressa in sede – la possibilità di riservarsi 10 giornate, ndr – ma ha anche affittato la sala per due giornate [praticamente restituendo] al Consorzio i canoni fino a quel momento introitati”.

Le conclusioni dei consiglieri sono nette: “c’è un fiume di denaro ferrarese che viene gestito in maniera inefficiente, e c’è un cenacolo di pochi eletti che ne usufruisce, perché in città c’è chi è più uguale degli altri: la cultura deve essere sostenuta, sì, ma non con questi modi e non sulla pelle dei cittadini”.

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